«Norma Cossetto, c’è chi vuole infoibare la verità»

Non si placa il dibattito acceso dall’intitolazione del chiostro della biblioteca civica a Norma Cossetto e il suo paragone, da parte del sindaco Alessandro Ciriani, con Anna Frank. «Ricercare con insistenza il distinguo – dichiara il portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, Emanuele Loperfido –, fare analisi grammaticali pur di individuare l’ipotetica inesattezza, il rispondere in coro che in fin dei conti Norma Cossetto ha pagato l’essere fascista, significa purtroppo che ancora per tanti in Italia, e anche nella Destra Tagliamento, quelle pagine di storia non sono state ancora scritte, prima ancora che lette. La reazione all’unisono di certa parte dimostra quali siano stati i testi sui quali una certa cultura è stata fondata. La cultura che ha fatto sentire per anni gli italiani sradicati da Istria, Fiume e Dalmazia e insediatisi alle Villotte, al Dandolo o a Roveredo in Piano degli esuli in Patria, degli italiani di serie B. Testi che hanno infoibato la verità storica, assieme alle vittime. Testi che per giustificare le violenze slavo-comuniste titine con solerzia ed approssimazione le riconducevano a ripicche contro le violenze fasciste. Nelle foibe ci sono finiti italiani, anche non fascisti, che anelavano la libertà. Italiani che tutelavano la propria identità e proprietà in terra d’Istria, Fiume e Dalmazia».

«Di fronte a queste prese di posizioni – conclude Loperfido – continueremo a sostenere ogni azione per ricordare il martirio di Norma Cossetto, eroina italiana, e ad essere sentinelle contro ogni tentativo di sminuire con pretestuosi e faziosi distinguo, che sanno di pericoloso negazionismo».

«Troverei quasi divertente – afferma Alberto Santarossa di Autonomia Responsabile – questo ricorrere alle antiche ideologie per affrontare una campagna elettorale del 2021, se non si toccassero due temi estremamente delicati. In principio si vuole portare l’amministrazione comunale a esprimersi riguardo un eventuale cimitero islamico, snocciolando i numeri dei musulmani presenti in provincia e gettandoli così nel dibattito politico. Associando il diritto ad avere un loro cimitero a quello degli ebrei che da secoli ne hanno di propri in diverse città italiane, dimenticando che storicamente più che di diritto si è trattato di discriminazione e proprio per questo motivo la Repubblica garantisce sepoltura in un cimitero laico che accoglie cittadini di qualunque fede. Allo stesso modo il Pd dimostra la sua tendenza divisiva ricamando sulla questione di Norma Cossetto, volendo ancora una volta diversificare in morti di serie A e B, in martiri del fascismo e martiri del comunismo, quando quella targa vuole solo combattere l’ignoranza e l’indifferenza nei confronti di un eccidio rimasto colpevolmente nascosto per decenni». —

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