«Non vogliamo i profughi di Francenigo»
San Giovanni di Livenza si ribella: siamo dimenticati e qui manca tutto. Gli abitanti: pronti a firmare una petizione

SACILE. «Non vogliamo profughi a San Giovanni di Livenza, né a Francenigo». Pronti a firmare la petizione tanti sacilesi che vivono a mille metri da Francenigo, dove i richiedenti asilo sono in arrivo. I primi sei alloggeranno, forse in autunno, in una casa a 50 metri dall’asilo: dove hanno il banco 30 bambini pendolari da San Giovanni di Livenza. «A San Giovanni di Livenza c’è preoccupazione – ammette Adriano Perin presidente della Pro loco –. Non mi pronuncio sulla situazione, ma la nostra comunità ha mille residenti che sono inseriti nella parrocchia di Francenigo, dove portano i bambini a scuola. I genitori chiedono sicurezza».
Il caso.
Un chilometro e il Livenza separano San Giovanni da Francenigo. Dove mille salicesi vanno a messa nella parrocchia di San Tiziano e i loro cari riposano nel cimitero veneto. Per la materna parrocchiale Sacro Cuore, il Comune di Sacile ha stanziato 12 mila euro nel 2017-2018. «Sicurezza per tutti i bambini di Francenigo e dintorni liventini – Stefano Bosa ha dato voce al malumore –. Nel progetto di accoglienza della parrocchia di Francenigo, la casa dei profughi dista 20 metri dalle scuole elementari e 50 metri dall’asilo». L’ipotesi di dare accoglienza in una casa di campagna a San Giovanni di Livenza (nella stessa parrocchia di don Pietro Salvador) è bocciata in partenza dai sacilesi. «A San Giovanni – ha riferito Perin – i residenti non vogliono profughi».
Il progetto.
«Il progetto di accoglienza di sei migranti è stato elaborato in un anno da un gruppo di lavoro di 15 persone – ha dichiarato pubblicamente don Pietro Salvador –. I parrocchiani presentino una proposta per un’altra casa». L’imprenditore veneto Emilio Piovesana ha protestato e distribuito volantini contro il progetto di don Salvador. «Sono stato minacciato dall’imprenditore – ha raccontato don Pietro in un video su Youtube –. Mi ha detto che se dovesse succedere qualcosa ai suoi figli sarò io a pagarla». Il vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo ha espresso solidarietà al parroco. «Dopo un anno e mezzo di cammino di preparazione, sostenuto anche dalla Caritas diocesana è stata trovata a Francenigo un’abitazione – ha chiarito il vescovo –. Il gruppo promotore si è impegnato a garantire per gli accolti l’apprendimento della lingua italiana e lo svolgimento di lavori socialmente utili. I tempi per far partire il progetto potrebbero essere ancora lunghi”.
A San Giovanni.
«Siamo una frazione senza chiesa – ha aggiunto –, senza ambulatorio e senza bar». Nel dicembre 2016 l’appello dei residenti era stato lanciato al Comune. Mille residenti aspettano da anni il servizio navetta per l’ospedale lontano cinque chilometri, un ambulatorio. La chiesa, la pompa di benzina e il cimitero sono a Francenigo, in un’altra provincia e in un’altra regione. La giunta comunale aveva accolto la protesta. «È partito l’iter per le verifiche incrociate l’Aas5», era stata la risposta in municipio.
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