Non versa allo Stato le giocate del Lotto Condanna erariale
SAN VITO. La titolare della ricevitoria Lottomatica ubicata in via Amalteo, a San Vito al Tagliamento, Isabella Giraldi, 31 anni, è stata condannata dalla Corte dei conti del Friuli Venezia Giulia al pagamento, in favore del ministero dell’Economia, di 3 mila 869 euro, per danno patrimoniale procurato all’Erario nella sua attività di gestore del servizio di riscossione delle giocate del Lotto.
Da una verifica compiuta dall’ufficio regionale dei monopoli di Stato, era emerso che la donna non aveva riversato all’erario giocate per 12 mila 539 euro, che aveva incassato nelle settimane dal 16 al 23 giugno e dal 24 al 30 dello stesso mese. Pur diffidata, non aveva provveduto al pagamento.
Sotto il profilo penale, nel 2010 Giraldi aveva patteggiato un anno, quattro mesi e venti giorni di reclusione per peculato, sentenza divenuta irrevocabile l’8 febbraio 2011. L’amministrazione dello Stato aveva disposto la sospensione del servizio di ricevitoria ed aveva contestualmente incassato la polizza fideiussoria pari a 8 mila 670 euro, che era stata versata a suo tempo dalla 31enne a garanzia degli obblighi derivanti dalla concessione. Tale somma, infatti, è stata defalcata da quanto ora la Corte dei conti ha chiesto di versare.
Secondo i giudici contabili, il ricevitore o raccoglitore delle giocate del Lotto è un’attività che, consistendo nella riscossione di entrate per conto dello Stato, «inserisce funzionalmente il soggetto riscuotitore, anche se privato, in una posizione di compartecipe fattivo di un’attività amministrativa».
Ogni ricevitore è tenuto a versare, il giovedì di ogni settimana contabile successiva all’estrazione del sabato, i proventi della settimana precedente, al netto delle vincite e dell’aggio spettante. «E’ accertato – scrivono i giudici – che la nominata non ha versato all’erario i proventi delle giocate per complessivi 12 mila 539 euro incassati nelle due settimane contabili contestate».
La donna non ha presentato alcuna giustificazione di quanto contestato, né ha pagato successivamente il dovuto. Da qui l’intervento della Corte dei conti, con pronuncia del 25 settembre scorso, sentenza depositata ieri. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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