Non lo fanno entrare in discoteca perché ha la pelle di colore scuro

SPILIMBERGO. Disavventura per un giovane spilimberghese, allontanato da una nota discoteca di Jesolo Lido. Il motivo dell’allontamento sarebbe il colore della sua pelle. Il ragazzo, 29enne, operaio specializzato in un’azienda di Martignacco, nonché pr e dj in diversi locali del Triveneto, nato in India, è giunto in Friuli quando aveva solamente tre mesi, essendo stato adottato da una famiglia spilimberghese. Il ragazzo si è perfettamente integrato nella comunità locale, tanto da farsi una cultura tutta italiana e friulana in particolare visto che parla con disinvoltura in “marilenghe”.
Ma torniamo all’episodio incriminato. Nella notte a cavallo tra domenica e lunedì il giovane, in compagnia di due amici, è partito da Spilimbergo alla volta di Jesolo allo scopo di trascorrere una bella serata. Arrivati all’ingresso della discoteca della località turistica veneta i ragazzi hanno scoperto che per poter accedere dovevano passare una selezione. «I buttafuori ci chiedono un documento – racconta il 29enne –. I miei amici lo esibiscono e vengono fatti entrare senza problemi. Arriva il mio turno e il buttafuori senza dirmi niente mi sposta di lato e mi dice di aspettare. Chiedo il perché e mi risponde in maniera piuttosto maleducata di non disturbarlo durante il suo lavoro».
Rammaricato per il comportamento dell’uomo, il giovane si è rivolto a una pattuglia della polizia che si trovava nelle vicinanze e dalla quale ha trovato conferma che episodi accaduti in passato con ragazzi africani all’interno della discoteca hanno fatto sì che i gestori del locale abbiano deciso di selezionare gli avventori all’ingresso. «Peccato che – prosegue il giovane spilimberghese – i miei amici, usciti dal locale dopo soltanto mezz’ora, mi abbiano invece confermato all’interno la presenza di ragazzi di colore, che evidentemente potevano fare comodo ai gestori del locale per motivi che lascio immaginare».
«Senza necessariamente vantarmi, conosco abbastanza bene il mondo delle discoteche e ovviamente so come vestirmi e so tenermi alla larga dalle brutte cose (droga e quant’altro). Ma ovviamente mina di più al “buon nome” della discoteca un ragazzo italiano dalla pelle scura che qualche brutto ceffo spacciatore anche se di colore. La faccenda che mi è capitata – conclude il giovane spilimberghese – ha contribuito ancora di più a radicare in me il pensiero che il razzismo viene dagli ignoranti, un pensiero che ho condiviso anche su Facebook con tanti amici che mi hanno dato la loro piena solidarietà. Una cosa è certa: in quel locale non ci metterò mai più piede».
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