Non istigarono a delinquere, ma la direttrice del carcere di Tolmezzo fu diffamata e sarà risarcita

A metterli nei guai era stata una serie di interviste rilasciate a Radio Onde Furlane nel febbraio del 2021. In occasione della seconda ondata di Covid, quindi. I loro interventi erano come sempre volti a rappresentare le istanze dei detenuti.
Battaglie in difesa degli “ultimi”, le loro, condivise anche dal pm Marco Panzeri, che tuttavia, nel ricordare l’importanza di «non travalicare certi limiti ed esporre così il proprio bersaglio al rischio di azioni violente», aveva concluso per la condanna di entrambi.
Il processo a Carla Cigaina, 57 anni, residente a Pagnacco, e Tito Detoni, 42, di Trieste, si è concluso invece con la loro assoluzione con formula piena «perchè il fatto non sussiste» dall’ipotesi di reato di istigazione a delinquere che era stata rispettivamente contestata.
Quanto all’ulteriore accusa di diffamazione di cui era chiamato a rispondere il solo Detoni, il giudice monocratico del tribunale di Udine, Roberto Pecile, ha ritenuto accertata unicamente quella denunciata da Irene Iannucci, direttore del penitenziario di Tolmezzo, e non anche l’episodio in cui a essere offeso sarebbe stato uno dei medici in servizio alla casa circondariale di Udine.
L’imputato, per il quale il pm aveva chiesto 1 anno e 4 mesi di reclusione (e 1 anno per Cigaina), è stato condannato a 900 euro di multa e al risarcimento di 2 mila euro di danni alla parte civile, costituitasi con l’avvocato Alberto Tarlao.
Nell’escludere responsabilità penali rispetto all’intero fronte accusatorio, il difensore di entrambi, avvocato Silvia Fantinel, aveva esordito definendo il caso «un processo politico» e lamentato la parzialità delle trascrizioni della trasmissione radiofonica confluite nel capo d’imputazione.
Quanto affermato da Detoni, in particolare, e cioè che a Tolmezzo «la direttrice avesse fatto di tutto per impedire adeguate misure di prevenzione», era stato desunto dalla querela di un detenuto. Una «fonte salda», insomma, secondo il legale.
Rispetto alla presunta istigazione, invece, esclusa qualsiasi pericolosità delle affermazioni contestate, la difesa ha ribadito il messaggio di solidarietà trasmesso attraverso la radio.
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