Non ce l’ha fatta il labrador avvelenato dall’esca col topicida

San Vito al Tagliamento, è il quarto episodio nella stessa zona: i proprietari hanno riferito di aver sporto denuncia ai carabinieri

SAN VITO. Il labrador Checo, le cui analisi alla clinica veterinaria di Rosa avevano evidenziato l’avvelenamento da topicida, è morto: i proprietari hanno riferito di aver sporto denuncia ai carabinieri.

Come riferito ieri, è il quarto episodio nella stessa zona che ha a che fare con esche avvelenate. Il quartiere è quello dove si trova il distaccamento dei vigili del fuoco.

L’assessore all’Ambiente, Andrea Bruscia, per l’ennesima volta non può far altro che condannare «un gesto ignobile e illegale. Invito chi porta a passeggio il cane o chi ha altri animali domestici a prestare molta attenzione, non lasciandoli avvicinare a rifiuti o contenitori od osservando bene che non mangino nulla trovato per strada.

Trovate esche col topicida: cane avvelenato, è grave

In quella zona saranno affissi di nuovo gli avvisi sulla presenza di esche avvelenate. Spero che le forze dell’ordine riescano a individuare chi sia il responsabile di questi atti».

Ormai è evidente che la zona tra le vie Gramsci, Matteotti, De Gasperi, Sturzo, Fontanasso e via dicendo è nel mirino di persone che vogliono colpire gatti o cani.

L’estate scorsa, due ritrovamenti di esche avvelenate in un prato in via De Gasperi (un cane finì dal veterinario). Poi, a fine settembre, una polpetta avvelenata nel giardino di un’abitazione: il cucciolo di casa la stava per ingoiare.

Ora, l’ultimo episodio, il più grave in quanto ha fatto registrare una vittima, un cane di razza labrador di 12 anni. Fino a pochi giorni fa era in perfetta salute.

Come ha riferito la proprietaria, Magda Aprilis, suo marito mercoledì scorso aveva portato il cane a spasso in quel quartiere. Due giorni dopo ha accusato malori e inappetenza. Alla clinica veterinaria hanno riscontrato la presenza di topicida, che fa effetto proprio dopo due giorni, causando emorragie interne.

Lunedì a Checo, questo il nome del cane, è stata praticata una trasfusione. Ma non c’è stato nulla da fare: in serata è deceduto. Il marito di Aprilis si era ricordato, una volta riscontrato l’avvelenamento, che mercoledì scorso il cane si era avvicinato a un piattino di plastica a bordo strada.

Un gesto che sul momento pareva privo di conseguenze. Per questo, in quella zona, chi possiede un animale domestico deve prestare un’attenzione particolare.

La notizia dell’avvelenamento di Checo ha destato sdegno sui social network, tra chi si chiede come sia possibile tanta crudeltà e chi auspica che il responsabile sia assicurato al più presto alla giustizia. (a.s.)

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