Noleggia l’auto e sparisce, finisce nei guai

Maniago, condannata una spilimberghese: si era “scordata” di restituire il veicolo all’officina Pontello

MANIAGO. Aveva preso a noleggio un’automobile per alcune esigenze personali, salvo “dimenticarsi” di restituirla all’officina di Antonio Pontello, a Maniago.

Con l’accusa di appropriazione indebita, venerdì mattina è stata condannata a 3 mesi di reclusione e 300 euro di multa Gabriela Cargnelli, 54 anni, di Spilimbergo.

La donna è rimasta contumace ed è stata difesa dall’avvocato Enzo Del Bianco. Per l’azienda di Antonio Pontello, lo storico presidente dell’associazione calcistica di Maniago, si è costituito il figlio Luciano, assistito dall’avvocato Fabiano Filippin.

Cargnelli aveva chiesto in prestito una vettura alla concessionaria maniaghese il 7 giugno 2012 sostenendo che doveva svolgere delle incombenze per l’imminente compleanno.

Dopo una settimana, la spilimberghese, già nota alle forze dell’ordine e a cui la procura aveva contestato anche la recidiva aggravata, aveva prolungato il nolo. E così via, sino a che aveva smesso di rendersi reperibile. Ad agosto, ormai preoccupato per le sorti del mezzo, Pontello si era recato dai carabinieri di Maniago e aveva denunciato il fatto.

Agli stessi militari dell’Arma ci sono volute svariate ore, prima di rintracciare l’imputata e recuperare la macchina: Cargnelli la stava utilizzando come se fosse propria, circolando tranquillamente per la cittadina del mosaico e dintorni.

Venerdì, il giudice monocratico Andrea Scorsolini ha condannato la signora anche ad un primo risarcimento, quantificato in 500 euro. Per i danni ulteriori creati all’azienda del patron del Maniago, quest’ultimo dovrà attivare un’apposita causa civile.

Infine, la condanna alla spese di giudizio e a quelle sostenute per la costituzione di parte civile liquidate in più di 2 mila euro. Inizialmente il capo d’accusa era quello di insolvenza fraudolenta, cioè l’aver dissimulato la propria incapacità a pagare i debiti che si stanno contraendo.

Poi, il pubblico ministero ha modificato l’imputazione in quella più grave di appropriazione indebita. Il reato in questione è ormai comunissimo anche in provincia, tanto che la disavventura capitata a Pontello è soltanto la punta dell’iceberg.

Sono decine, i casi di mancate restituzioni di auto di cortesia e simili, e spesso i concessionari non denunciano neppure i singoli episodi per evitare ulteriori perdite di tempo e di soldi. Tanto che ultimamente vengono chieste caparre di cauzione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto