«Noi dipendenti delle Uti siamo poco considerati»
Buongiorno presidente Serracchiani,
sono una vice-ispettrice di Polizia locale dipendente della neocostituita Uti-Friuli Centrale - Unione Territoriale Intercomunale - che si pone come obiettivo mettere in comune alcuni servizi e i relativi dipendenti. Sono anche un’ex-compagna non più iscritta al Pd.
Con questa mia lettera voglio richiamare la sua attenzione, sulle conseguenze nefaste del riformismo renziano, su quelli che sono gli ultimi gradini della scala sociale, dei quali faccio parte.
La Polizia locale è una categoria di lavoratori che talvolta subisce i giudizi ingenerosi di una parte della cittadinanza, ma in realtà, il contributo che questi uomini e queste donne forniscono alla collettività è continuo e indispensabile, non di rado in collaborazione con le altre Forze di Polizia, a fronte di uno stipendio appena di sussistenza.
Qui in Friuli-VG con il 1 gennaio ’17 sono state istituite le Uti che hanno peggiorato una situazione operativa e amministrativa già pesantemente compromessa, ad esempio, con l’amministrazione comunale udinese. Il personale addetto viene “maltrattato”, non vi è alcuna considerazione né rispetto per il suo lavoro anzi, nei suoi confronti si applicano consistenti tagli allo stipendio, a fronte di generose retribuzioni alle posizioni dirigenziali.
Gli enti locali non dovrebbero essere visti come una zavorra, bensì come valore aggiunto, e la formazione e la crescita di queste persone, dovrebbe essere in cima alle priorità di una qualsivoglia riforma, non già la loro dequalificazione e il loro svilimento umano e professionale.
Il Pd con queste “riforme” si allontana sempre di più dal suo popolo, da quei cittadini che dovrebbe rappresentare se non fosse diventato un partito di destra, e questo lascia attonita e sgomente me, che in questo Partito ho creduto e militato, che amo il mio lavoro e che penso che proprio il lavoro sia ciò che questo Paese non può più perdere.
Clara Metus
Vice-ispettore Polizia Locale Uti FC
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