Nikolajewka, ricordati il sacrificio e la ritirata degli alpini sul Don

UDINE. «Il Sacrario di Cargnacco, voluto da monsignor Carlo Caneva per tutti i reduci di Russia, conserva la memoria di un calvario collettivo che le istituzioni devono avere la forza di tramandare e consolidare nei giovani, perché quei soldati dispersi e tragicamente periti sono figli dell’Italia, un pezzo della nostra tragica storia: qui riposano le spoglie di circa mille soldati che pagarono con il bene supremo della vita una guerra sciagurata con dignità e senso del dovere».
Lo ha sottolineato l’assessore regionale Barbara Zilli a margine della cerimonia dedicata al 77esimo anniversario della battaglia di Nikolajewka, in cui, in condizioni ambientali estreme il 26 gennaio del 1943, dopo il crollo del fronte italiano sul Don, gli Alpini riuscirono eroicamente a rompere l’accerchiamento dell’esercito sovietico e ritirarsi uscendo dalla morsa dell’Armata Rossa.
«Il rischio - ha sottolineato l’assessore - è che il tempo eroda la memoria e che la scomparsa dei testimoni renda meno vivido il ricordo del valore di chi fu costretto a compiere il proprio dovere nella campagna d’invasione voluta dai regimi nazifascisti. Il rischio più grave è che si perda di vista il bene assoluto della pace».
Nella partecipata cerimonia a cui hanno preso parte, tra gli altri, il vice presidente nazionale Associazione nazionale Alpini (Ana) Lorenzo Cordiglia, il vice presidente vicario nazionale dell’Unione nazionale italiana reduci di Russia (Unirr) Giovanni Soncelli e il comandante della Brigata Alpina Julia Alberto Vezzoli, Zilli ha espresso il suo ringraziamento a Unirr e Ana, evidenziando l’impegno delle associazioni e dei volontari a tenere sempre viva «la memoria dei caduti, del passato e dell’identità, permettendo così di ritrovare nella nostra storia le radici dell’essere comunità».
«Il Friuli abbraccia i suoi alpini e ricorda il coraggio e l’altissimo senso del dovere delle truppe alpine sul fronte russo. Non verrà mai dimenticato il sacrificio delle migliaia di giovani che sulla linea del Don hanno reso onore alla nostra terra e al nostro Paese.
Il compito di noi tutti, istituzioni civili e militari, è quello di rendere loro onore e trasmettere alle future generazioni il ricordo e la riconoscenza che meritano e ribadire il no alla guerra».
A dirlo in una nota è la consigliera regionale del Pd Mariagrazia Santoro, a margine della cerimonia che si è tenuta nel tempio di Cargnacco.
«Le tragedie del passato devono ricordare anche la necessaria ricusazione di ogni conflitto armato - ha aggiunto l’esponente dem -. Proprio partendo da questi fatti dolorosi, la nostra Costituzione ha voluto fissare in maniera forte il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Soprattutto oggi, noi istituzioni dobbiamo dire con maggiore forza mai più alla guerra».
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