Niente più sigarette in via delle Erbe: chiude la tabaccheria Oblach



Quando nel 1984 ha aperto la tabaccheria che porta il suo nome in via dell’Erbe, la pipa era tornata a essere quasi uno status symbol (due icone scolpite nell’immaginario collettivo dei magnifici Ottanta: Pertini e Bearzot), gli affezionati delle bionde erano maniacali anche nella scelta degli accessori (accendini, portasigarette, bocchini) e, soprattutto, in Italia si fumava molto, molto più di oggi.

Eppure non è la crisi che spinge verso la chiusura la rivendita gestita con passione da 35 anni da Luciana Oblach, affiancata da una dozzina d’anni dal figlio Alessandro De Marco: il 31 gennaio scadrà il contratto d’affitto dei locali che ospitano la tabaccheria e il proprietario ha già trovato un accordo con la vicina gioielleria Bortolin, che espanderà dunque la propria superficie di vendita. C’è un altro inghippo: la normativa prevede che le tabaccherie distino l’una dall’altra almeno 250 metri e trovare uno spazio in centro che rispetti l’obbligo appare un’impresa titanica.

Luciana, figlia di friulani emigrati in Venezuela, predica calma e serenità, pur non celando il proprio rammarico per una storia che s’avvia all’ultimo capitolo: «Mi dispiace perché adoro questo lavoro, perché il rapporto con i clienti è sempre stato improntato alla cortesia e alla fedeltà», racconta da dietro il bancone, dove campeggia un cartello di commiato che annuncia gli sconti sui tanti articoli che restano sugli scaffali. La chiusura nelle prossime settimane, anche se una data cerchiata in rosso ancora non c’è. C’è la preoccupazione per la pensione (che dista tre anni), per il futuro del figlio (che dovrà trovare forse un altro impiego), ma pure lo spazio per un’amara constatazione sulla Udine «che negli ultimi 25 anni non ha saputo evolversi nella propria offerta commerciale, anche per colpa di una certa politica». —



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