Niente dissequestro per il sito del Perbenista

Resta sotto sequestro il blog “Il Perbenista” il sito di satira, gossip e attualità ideato e gestito da Marco Belviso, oscurato dal 30 aprile con l’esecuzione di un provvedimento disposto dal gip del Tribunale di Udine Paolo Lauteri su istanza del pm Viviana Del Tedesco nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza a carico del blogger il reato di diffamazione e che, a breve, potrebbe vedere altri indagati.
A deciderlo è stato il Tribunale del Riesame di Udine presieduto da Angelica Di Silvestre (a latere Carla Missera e Mauro Qualizza) rigettando l’istanza di dissequestro proposta dai legali di Belviso Andrea Castiglione e Federica Tosel. La pubblica accusa ha sottolineato come il diritto di critica e di cronaca debba mantenersi nel rispetto della libertà altrui e far seguito a una rigorosa verifica delle fonti. Anche nell’ipotesi che alcune delle frasi riportate sul sito e ritenute diffamanti non fossero state opera di Belviso, la pm ha voluto ricondurre a lui la responsabilità, in quanto gestore del blog e dell’Ip all’origine delle frasi contestate, a lui sarebbe spettato, dunque, il compito di rimuoverle. Bisognerà attendere le motivazioni della decisione, ma il Riesame ha ritenuto che il blog debba rimanere oscurato per evitare il rischio della reiterazione del reato.
«Impugneremo il provvedimento in Cassazione» annuncia l’avvocato Tosel. Lo ribadisce l’avvocato Castiglione, che aggiunge: «Il Tribunale ha condiviso l’impostazione difensiva per cui il blog non è equiparabile alla stampa e non è entrato nel merito delle presunte responsabilità personali di Belviso (i pochissimi commenti attribuiti a IP riferibile a Belviso non hanno alcuna valenza diffamatoria diretta e in entrambi i provvedimenti sia il gip che il Tribunale fanno riferimento a commenti di terzi), limitandosi a ritenere che il blog potrebbe astrattamente essere ancora tramite di possibili attività diffamatorie e mantenendo il sequestro». Per Castiglione «è evidente l’abnormità della tesi: un conto è il sequestro di un articolo (si avvicina alla censura, ma ci può stare), altro è il sequestro dell’intero sito basato su possibilità future, astratte e ipotetiche, che diventa un’inaccettabile censura preventiva».
Esprime rammarico Belviso «per la decisione di tenere oscurato un sito che ha dimostrato la volontà di informare a 360 gradi sul panorama politico. Continuo ad avere stima e fiducia nella Magistratura – assicura – che il Perbenista in questi anni ha invocato nelle inchieste partite anche su nostra iniziativa. Mi auguro che, quanto prima, si dia un nome a quelle IP anonime». Quindi un monito, velato, ma non troppo. «Sono deluso e nauseato dall’ampia componente del mondo politico che in questi anni ha partecipato alle nostre iniziative culturali e di svago e ancora ci frequenta di notte – lamenta – ma pubblicamente non ha il coraggio e il buongusto di comunicarci la propria solidarietà». Quindi l’annuncio del nuovo sito, online entro fine mese e che, promette, riprenderà il lavoro interrotto. Quanto alla mattina in cui gli era stato notificato il provvedimento di sequestro, Belviso ha detto di averlo appreso dal sito del “Messaggero Veneto” e di essere stato quindi consigliato dai suoi legali di recarsi in Procura a chiedere lumi. «Proprio mentre mi ci recavo - racconta - ho incontrato un amico carabiniere che lavora in Procura e che mi ha invitato a seguirlo per la notifica. Fino a quel momento, mi avevano cercato su un cellulare che non ho più». Per Virio Nuzzolese, che rappresenta i querelanti «l’obiettivo è stato raggiunto, i miei due assistiti sono stati diffamati pesantemente dal blog con frasi mai apparse altrove».
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