Niente benzina oltre confine: le regole per chi entra in Slovenia, Austria e Croazia

UDINE. A essere strette nella morsa della pandemia sono anche le relazioni familiari ed economiche delle aree transfrontaliere. A chiedere «indicazioni e misure, già nei prossimi provvedimenti, che consentano da subito di ristabilire i rapporti economici e affettivi tra le popolazioni della fascia confinaria del Friuli Venezia Giulia» è, a seguito della chiusura dei confini tra l’Italia e la Slovenia e l’Austria, Renato Carlantoni, componente della Commissione paritetica Fvg.
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E la richiesta fa capolino accanto all’accordo Fedriga-Zaia: come scritto in una lettera inviata ai prefetti, «Fvg e Veneto intendono prevedere, dal 18 maggio, la possibilità di fare visita ai congiunti per i residenti nelle aree di confine tre le due regioni».
«La chiusura dei confini con Austria e Slovenia – spiega Carlantoni –, conseguente alla crisi pandemica, sta causando non solo danni economici, ma anche riflessi nelle relazioni tra le persone, in particolare nel Tarvisiano, dove ci sono legami tra le diverse comunità della popolazione a cavallo di ben due Stati».
Ciò che Carlantoni chiede, per mezzo di un documento condiviso con Salvatore Spitaleri e già al vaglio del presidente Fvg Massimiliano Fedriga, è la reciprocità del trattamento tra popolazioni confinanti. «Va segnalato che le autorità austriache e slovene hanno sopperito al problema creando dei lasciapassare che permettono ai familiari di potersi incontrare o prestare assistenza reciproca, attraversando il confine senza le limitazioni dovute al Covid-19: questo non è ancora avvenuto per parte italiana, in quanto, in base al dpcm in vigore, i cittadini italiani, al momento del reingresso, incorrerebbero nelle sanzioni previste dallo stesso decreto, compreso il rischio di dover fare la quarantena».
Oltre alle questioni relazionali, c’è anche l’aspetto di carattere economico, con riferimento per esempio ad artigiani, piccole imprese e commercianti. «Se le partite Iva austriache possono recarsi in Italia per acquistare beni all’ingrosso per le loro attività, analogo trattamento non è consentito per le nostre imprese territoriali – prosegue Carlantoni –. Per intervenire sugli aspetti normativi e di relazioni tra diverse istituzioni nazionali, che necessitano di una ovvia reciprocità di trattamento, ho ritenuto doveroso informare il governatore Fedriga, che si è prontamente interessato dell’argomento. Nella mia veste di componente della Commissione paritetica, vista la stretta competenza statale dell’argomento, ho coinvolto il collega Spitaleri, che a sua volta ha informato membri del governo».
PER SAPERNE DI PIU':
Si tratta solo apparentemente di piccoli numeri. Ma a essere coinvolta è la vita reale di cittadini e imprese. «Sono qualche migliaio le persone abituate a spostarsi tra un confine e l’altro abitualmente, sia per ragioni familiari che economiche – chiosa Carlantoni, che peraltro negli anni è stato sindaco di Tarvisio –. Nell’auspicio che le barriere di confine possano comunque essere di nuovo abbattute al più presto, chiedo la reciprocità di trattamento, per accedere liberamente da ambo gli Stati, una sorta di lasciapassare. Famiglie e imprese si stanno lacerando».
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