Neonato lasciato davanti alla guardia medica: è salvo

Il dottore di turno avvisato da un’anziana che aveva notato uno strano fagotto sui gradini
Pensava ci fosse un gattino avvolto in quel giubbottino invernale. Invece c’era un bimbo appena nato, per fortuna in buono stato di salute, con venti centimetri di cordone ombelicale ancora attaccato. L’hanno abbandonato ieri pomeriggio tra le 16.30 e le 17.35 a Cervignano in via Trieste al Distretto sanitario dell’Azienda 5 sugli scalini che portano alla guardia medica. A trovare il neonato, venuto al mondo da pochissime ore, è stato uno dei due medici di turno il dottor Carlo Lestani. Trentatrè anni di Risano di Pavia di Udine il medico è specializzando in ortopedia a Trieste. Per arrotondare fa i turni alla Guardia medica da tre anni. «Non mi è mai capitata una cosa del genere», dirà più tardi, dopo aver messo a fuoco quanto accadutogli in quello che doveva essere un turno tranquillo. Il dottore, dopo aver risposto a un sacco di telefonate di pazienti in cerca di aiuto, mentre il collega Carmine Colleluori, 35 anni di Monfalcone, era fuori da un’ora per una visita, verso le 17.30 ha deciso di andare riposarsi un po’ sulla branda in previsione di un’intera notte da passare di turno alla Guardia Medica. Alle 17.35 però qualcuno ha suonato al videocitofono. Si trattava di un’anziana signora, capelli corti e brizzolati, che ha chiesto dov’era la più vicina farmacia di turno, segnalando pure la presenza di un fagottino sulle scale probabilmente contenente un gattino. Il dottor Lestani, allora, è uscito e, mentre la signora si allontanava, ha scoperto quanto mai avrebbe immaginato. Invece d’un gattino in quell’involucro, accostato al muro proprio a metà scalinata c’era un neonato. Era vivo, sembrava respirare bene. Era avvolto in un asciugamano, abbondantemente macchiato di sangue (colato poi abbondantemente su uno scalino), ancora non del tutto rappreso, in una borsa di plastica, di quelle utilizzate nelle boutique, che conteneva anche alcuni abitino da neonato. Intorno al sacchetto c’era un giubbottino invernale della taglia d’un bimbo. Il medico con cura ha preso il fagottino, è rientrato in ambulatorio e l’ha posato sul lettino. Per prima cosa, col cuore in gola, ha visistato il neonato verificando, con sollievo, come i parametri vitali fossero regolari. Apparentemente il bimbo era sano. Nel frattempo in ambulatorio era rientrato anche il collega. I due allora hanno subito chiamato i carabinieri della vicina stazione e hanno chiesto l’intervento del 118. In pochi minuti il bimbo è stato portato all’ospedale di Palmanova con l’auto dei carabinieri a sirene spiegate. Nei posti davanti i due militari, dietro il dottore con stretto a sè il bambino, tranquillizzatosi dopo alcuni strilli. Dieci minuti e il neonato, maschio di carnagione apparentemente bianca, ma con lineamenti tipici dei paesi dell’est (in questa direzione si stanno indirizzando le indagini dei carabinieri coordinate dal pm Maria Grazia Zaina) è arrivato all’ospedale di Palmanova nel reparto di ostetricia. Intanto a Cervignano è iniziato il difficile lavoro dei carabinieri per rintracciare la madre del neonato su cui pende l’accusa di abbandono di minore. Lei, o chi per lei, scegliendo la sede della frequentatissima Guardia medica, specie nei giorni festivi, voleva che il bambino fosse trovato in pochi minuti.

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