Nell’allevamento sei chili di marijuana

Nei guai i fratelli Tesan: arrestati per coltivazione di stupefacente, ora sono liberi. La droga trovata in azienda e in casa
Di Martina Milia

SAN GIORGIO DELLA RICHINVELDA. Hanno controllato 124 persone e 44 auto nell’hinterland pordenonese e in quel contesto sono emersi degli spunti investigativi che hanno portato gli uomini della squadra mobile di Pordenone e del reparto anticrimine di Padova a Pozzo di San Giorgio della Richinvelda, nell’azienda dei fratelli Ivano e Massimiliano Tesan, di 50 e 45 anni.

Gli agenti della Questura, coordinati dal commissario Silvio Esposito, sono arrivati nell’abitazione di Ivano Tesan e nella proprietà agricola, di cui è proprietario anche Massimiliano, con un’ “arma” imbattibile: il fiuto del cane poliziotto Boss. E’ stato il pastore tedesco, infatti, a scovare lo stupefacente: complessivamente oltre 6 chili di marijuana. I due fratelli, che condividono la disponibilità dell’area in cui è stata ritrovata la droga, sono stati entrambi arrestati per produzione e detenzione di sostanze stupefacenti, non per spaccio e sono a disposizione dell’autorità giudiziaria. Non sono state disposte misure cautelari nei loro confronti.

Il cane poliziotto dapprima ha scovato 43,9 grammi di marijuana – suddivisi in due involucri di cellophane –, nella camera da letto di Ivano Tesan. Successivamente i controlli si sono spostati in un terreno agricolo ritenuto nella disponibilità degli arrestati, dove il personale della sezione antidroga della squadra mobile ha rinvenuto e sequestrato 16 piante di marijuana e foglie essiccate per 5,84 chili del medesimo stupefacente.

Difficile determinare il principio attivo delle piante essicate al momento, ma si tratta comunque di un grande quantitativo. L’arresto è stato fatto nei confronti dei due fratelli (nell’abitazione vive solo il maggiore) perché l’azienda risulta riconducibile a entrambi, anche se negli ultimi mesi una buona parte dei terreni sarebbe stata venduta. Ulteriori approfondimenti andranno fatti anche su questo aspetto nel corso dell’indagine.

La polizia, durante i controlli, ha chiesto anche l’intervento del servizio veterinario dell’azienda sanitaria per verificare lo stato di salute del bestiame ricoverato. Non sono stati riscontrati problemi che potessero portare a un sequestro dell’area. E’ stato poi segnalata la presenza di eternit sul tetto del capannone.

I due imprenditori non hanno precedenti specifici in materia, ragione per cui l’indagine dovrà chiarire se avessero effettivamente creato un’attività parallela a quella agricola tradizionale, progressivamente ridotta a causa delle difficoltà del mercato e a vicende personali degli imprenditori.

San Giorgio della Richinvelda è un Comune a vocazione agricola che esporta in tutto il mondo le barbatelle. Stalle e allevamenti, al contrario, si sono progressivamente svuotati. Per i problemi legati alle quote latte, che hanno travolto molti allevamenti, e quelli generati dallo scandalo “mucca pazza”, tante stalle in questi ultimi anni sono state chiuse.

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