Nella sua pizzeria c'era la cocaina, arrestato e poi assolto dal giudice: "Lui non c'era, non aveva messo a disposizione il locale"

Due anni dopo il blitz della polizia che portò al suo arresto e allo stop del suo locale, (la licenza è stata prima sospesa e poi revocata), l’ex titolare di Piacere Pizza Matteo Giacomin, 37 anni, è stato scagionato. Difeso dall’avvocato Guido Galletti ha ottenuto ieri l’assoluzione perché il fatto non sussiste, con rito abbreviato, dinanzi al gup Monica Biasutti.

Il controllo della volante scattò nel gennaio 2019, a notte fonda. Sul tavolo della cucina in pizzeria e su un coltello la polizia rinvenne residui che facevano pensare ad un’assunzione recente di cocaina. Era il giorno di chiusura di Piacere pizza, in via della Tessitura, il titolare non c’era, era andato a trovare un amico in città.

I poliziotti hanno bloccato Argen Krasniqi, 29 anni, con 34 grammi di cocaina in una busta e 510 euro. Sul posto c’erano altri due amici. Quando è arrivato in pizzeria Giacomin ha trovato le pattuglie. Perquisito, aveva 7 grammi di cocaina e un coltello in auto. Giacomin e Krasniqi sono stati arrestati per detenzione di cocaina ai fini di spaccio. Già in sede di convalida Giacomin è stato liberato e il gip ha riscontrato l’assenza di gravi indizi. La difesa ha evidenziato che la droga era per uso personale, legato a un momento difficile.

Krasniqi ha patteggiato nel 2019 2 anni e 10 mesi per questi fatti e un secondo episodio. Caduta l’accusa di detenzione, il pm ha contestato a Giacomin di aver messo a disposizione la pizzeria come luogo abituale di ritrovo per l’assunzione di droga(articolo 79), di aver guidato sotto l’effetto di droga e il porto di coltello.

La Questura ha dato atto che da fonti informative il locale in via della Tessitura era considerato un ritrovo per tossicodipendenti. Krasniqi, sentito nel maggio 2019, ha accusato Giacomin di aver messo a disposizione il locale per festini a base di droga. Il titolare della pizzeria, però, ha sempre negato. Ieri il processo. Giacomin è stato assolto dall’articolo 79 e dalla guida sotto l’effetto di droga, condannato invece a 500 euro di ammenda per il coltello in auto.

«Ha perso il lavoro, ha perso la pizzeria – ha ricordato l’avvocato Galletti – per una situazione che alla prova processuale si è sgonfiata. L’idea che avesse messo a disposizione un locale pubblico per consumare cocaina alla riprova delle indagini non c’era». La difesa ha spiegato che la norma prevede due requisiti affinché si configuri il reato: una pluralità di soggetti che assume sostanze, escluso il titolare, e l’abitualità degli incontri.

«In base alle indagini nessuna delle due si è verificata», ha sottolineato Galletti. L’unico soggetto ad aver assunto la cocaina è risultato essere Krasniqi, non è stato provato per gli altri due amici presenti quella sera. Il legale ha aggiunto che non sono emersi altri incontri, al di fuori della sera del blitz, quando a fare uso di droga è stato «un soggetto al di fuori della sfera di vigilanza del titolare, con il locale chiuso».

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