Negozi aperti a Pasqua e il 25 aprile: i sindacati invitano a boicottarli

Partita una campagna di volantinaggio che continuerà in settimana nei principali centri commerciali. Cgil, Cisl e Uil: «La norma prevede il rifiuto. Anche i clienti sono invitati a non fare compere in quei giorni»

UDINE. Uniti contro le aperture festive nel commercio. In vista della Pasqua, della festa della Liberazione e di quella dei lavoratori, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno dato vita a un volantinaggio che partito ieri proseguirà, interessando i principali centri commerciali di Udine e provincia, fino alla vigilia di Pasqua.

Obiettivo? Sensibilizzare i lavoratori sui propri diritti, invitare i clienti a “boicottare” i negozi aperti nei giorni festivi e ancora spronare la politica locale a una decisa presa di posizione. Anche quest’anno, complice la liberalizzazione delle aperture, i grandi centri, ma in molti casi anche la media distribuzione e diversi negozi in città si preparano ad aprire i battenti in giornate un tempo “sacre”.

A Pasquetta e il 25 aprile saranno aperti praticamente tutti i centri commerciali della provincia, dal Città fiera di Martignacco al Bennet di Pradamano, passando il centro commerciale Friuli di Tavagnacco per arrivare all’Outelt di Aiello. Pronti al bis anche il primo maggio, mentre in centro città c’è chi, uno per tutti la profumeria Sephora in via Canciani, terrà aperto pure a Pasqua.

«Ritengo – afferma il segretario di Uiltucs Udine, Claudio Moretti – sia una provocazione inaccettabile tenere aperto durante le feste, ancor peggio durante quella del lavoro. Tanto più che la rincorsa ad aprire sempre e comunque ha dimostrato di non produrre reddito, non recuperare vendite, creando anzi solo disagio ai lavoratori». Il decreto che dal 1 gennaio 2012 ha liberalizzato gli orari e le aperture commerciali nella convinzione di ottenere aumenti sensibili di fatturato ed incremento dell’occupazione, per i sindacalisti non ha fatto centro: «Le aperture selvagge hanno determinato la modifica, in peggio, delle abitudini dei cittadini consumatori, rendendo contemporaneamente la vita dei lavoratori del settore difficile.

Da qui l’invito “a dire no” alla richiesta di lavoro nei giorni festivi. La norma – afferma il segretario regionale di Fisascat Cisl, Paolo Duriavig – prevede infatti che i lavoratori possono rifiutarsi di lavorare nei giorni festivi».

I sindacalisti guardano alla politica. Sia nazionale sia provinciale. E se dalla prima auspicano un «intervento legislativo chiaro e preciso per regolamentare le aperture domenicali e – si legge nel volantino - imporre il divieto di apertura nelle giornate festive, da quella provinciale si aspettano invece un’inequivocabile censura».

Dice Francesco Buonopane, leader di Filcams Cgil Udine: «La giunta Serracchiani si è espressa poco dopo l’insediamento contro le aperture indiscriminate, ora chiediamo che lo stesso faccia la politica locale. Dica “no” alla mercificazione delle festività perché altrimenti il rischio è quello di perdere la stessa memoria dell’identità collettiva del nostro Paese».

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