Negli angoli segreti di Casa Cavazzini: il viaggio dei lettori

Domani nuovo appuntamento con la “nostra” comunità Alle 10.30 daremo risposte a curiosità e insolite domande
Genius loci ritorna dopo l’estate. Nuovo appuntamento con la Community dei lettori del Messaggero Veneto domani mattina saranno ospiti di Casa Cavazzini (tutti i posti sono esauriti), alla ricerca della personalità del suo fondatore.


«Il bene deve essere fine a se stesso», scriveva Dante Cavazzini, il mecenate che dà il nome allo spazio, il nuovo museo d’arte moderna e contemporanea di Udine di via Cavour, nell’autobiografia pubblicata ai suoi novant’anni. «Il bene deve essere fine a se stesso e non va fatto nella speranza dell’altrui riconoscenza». Ecco cosa lasciava scritto sulle pagine del suo diario questo generoso commerciante di stoffe e tessuti che, originario di Gualtieri in Emilia, dopo essersi trasferito a Udine nel 1921, l’anno successivo aveva affittato all’interno di Casa Colombatti lo spazio per il proprio negozio “Al ribasso”.


La storia narra che poi, nel 1937 ne acquistò i muri, ci costruì casa e bottega, e alla morte, avvenuta nel 1987, per lascito testamentario, donò quegli spazi, per simbolici danari, alla città. Con la Community del Messaggero Veneto cioè con gli iscritti on line all’evento, domani mattina alle 10.30, andremo a svelare alcune domande. Perché Casa Cavazzini contiene un’insolita collezione di arte americana degli anni Settanta? Perché ci sono degli straordinari Savinio e De Chirico e un’italianità da grande città appesa alle pareti? Perché ci fanno capolino dei mostruosi animali negli affreschi di una delle stanze del piano superiore? E soprattutto perché se camminiamo, saliamo e scendiamo da pavimenti che hanno dislivelli diversi? E poi: cosa è rimasto del progetto della grande Gae Aulenti?


Casa Cavazzini, il nuovo museo d’arte moderna e contemporanea di Udine, “chiuso” in una posizione centrale e aperto proprio per questo alla vita della città, ha colori e facce che regalano sorprese e che, a dircela tutta, ancora deve essere riconosciuto nella sua totalità e confidenza.


Dovrebbe e potrebbe essere il punto di riferimento culturale per tanti che vivono a Udine. Bisognerebbe sentirlo vicino e avere un dipinto preferito da andare a visionare ogni tanto. Così, dentro una passeggiata in città... come condividere una conversazione con un amico.


Con la Community del Messaggero Veneto e con questo spirito andremo a visitare l’appartamento di Dante Cavazzini e Aminta Flebus che si trova all’interno del museo e che nella ristrutturazione è stato conservato e restaurato nella sua parte artistica. Entreremo nel bagno del “signor” Dante per rimanere ancora una volta colpiti dalle sue particolarità estetiche. E poi, dulcis in fundo, grazie alla gentilezza di Vania Gransinigh, responsabile di Casa Cavazzini, noi della Community avremo una lieta sorpresa: entreremo dove nessuno può mai entrare.


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