Natale in Duomo, l’arcivescovo Lamba: «Riscoprire Dio come Padre per guarire un mondo ferito»
Nell’omelia di Natale a Udine l’invito a vivere da figli e a riscoprire l’amore come forza che rigenera

Un’omelia dedicata al ruolo del padre, parole che invitano a riflettere sul concetto di amore come motore del mondo ferito dalle guerre.
L’arcivescovo di Udine Riccardo Lamba ha invitato i fedeli presenti in duomo alla messa di Natale ad avere una maggiore consapevolezza del significato di questa festività. “Credo che più di una volta a tutti quanti noi sia capitato di ascoltare riflessioni sul Santo Natale – ha dichiarato -, sia nell’ambito ecclesiale sia nell’ambito civile. Forse abbiamo cercato testi per nutrirci, per cogliere il senso profondo di questo mistero. Credo che anche voi abbiate più volte avuto la sensazione che molti discorsi sono il frutto di una forma di conformismo pseudoreligioso piuttosto che espressione di una consapevolezza del significato autentico dell’evento, che di fatto è un unicum nella storia: Dio che si incarna in un luogo e in uno spazio ben definiti e, nella sua umanità, si relaziona con gli uomini e le donne che ha incontrato nel suo tempo per far sperimentare loro una novità assoluta”.
“E qual è questa novità assoluta?” pone la domanda Lamba. “La relazione fra Dio e l’uomo grazie a Gesù Cristo – afferma -, una relazione assimilabile a quella di un padre con un figlio. Potremmo dire che, nel Natale, tutti quanti siamo chiamati a vivere come figli e figlie. Chi ha fatto esperienza della paternità – non solo materiale, ma soprattutto morale e spirituale – sa bene che questa relazione è caratterizzata dal fatto che è focalizzata sul figlio. Il padre è colui che si prende cura del figlio, quindi tutte le attenzioni sono sul figlio. Tutto il resto va in secondo piano. È il padre che gli indica ciò che dovrebbe essere per vivere nella verità, nella bontà, nella bellezza, nella vita piena”.
“Il padre ha questo compito di indicare al figlio la strada – ha proseguito Lamba -, ma è il figlio che deve camminare su questa strada. È il padre che prepara il figlio a diventare a sua volta padre di nuove creature. Il padre che fa tutto questo, lo fa con amore e per amore. Proprio per questo, la sua paternità viene vissuta garantendo la libertà, perché crede nella forza dolce e convincente dell’amore, l’unica capace di suscitare una risposta amorosa da parte del figlio verso di lui e verso gli altri, in un senso che potremmo definire di fraternità. Credo che il mistero del Natale sia tutto qui”.
Il mistero del Natale è, quindi, “scoprire con stupore che siamo stati pensati da sempre come figli nel Figlio di Dio, Gesù Cristo. È scoprire con gioia di avere un Padre che nel Figlio Gesù ci ha salvati dal peccato, cioè da tutto ciò che rischia continuamente di dividerci da lui e dagli altri nostri fratelli e sorelle. È scoprire proprio nella fatica, nell’oscurità della vita, che la sua paternità è capace di rigenerarci sempre e ci dà la possibilità di sperimentare una vita nuova capace di misericordia nei confronti degli altri. È grazie al mistero del Natale che noi possiamo continuare a sperare in lui, nel Padre”.
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