Nasce un’associazione per tutelare i senegalesi

Un evento per presentarsi e per affrontare un tema fondamentale per gli immigrati: “L’integrazione dei senegalesi in Italia e la funzione della rappresentanza diplomatica”. È così che ieri si è presentata l’associazione Diapalante (che tradotto significa “solidarietà”), nuova realtà pordenonese che raccoglie già una cinquantina di senegalesi. «In totale in provincia siamo circa 400, di cui solo a Sacile 200 – ha riferito Mourate Toure, presidente di Diapalante -. Lo scopo dell’associazione è promuovere la cultura senegalese, avere relazioni con altre associazioni che hanno le stesse finalità: difesa dei diritti civili, solidarietà, integrazione». Al problema integrazione si è aggiunta negli ultimi anni la crisi, che affligge pure gli extracomunitari e le loro famiglie, costrette a far rientro nel proprio Paese di fronte alla perdita del lavoro. «Gli immigrati spesso non hanno voce e non riescono a interagire con le istituzioni – ha riferito Massamba Thiam, della Fast, Federazione associazioni senegalesi del Triveneto, e componente dell’associazione Mondo Insieme – Fast lavora per dare preparazione e formazione, al fine di far interagire meglio immigrato e istituzione».
Tra gli immigrati, coloro che trovano più difficoltà nell’integrazione sono le donne, che arrivano in Italia in seguito ai ricongiungimenti familiari, non hanno lavoro e non conoscono la lingua. Per questo ieri è stato promosso un premio rivolto alle donne: in 4 hanno ricevuto un attestato di merito per il loro impegno nelle associazioni o per aver svolto un ruolo di mediazione. E’ stata accolta con grande calore la presenza di Arame Wade, delegata agli affari sociali nel consolato senegalese a Milano, accompagnata da un entourage completamente femminile. Il benvenuto a Pordenone è stato portato dall’assessore Vincenzo Romor: «Pordenone è città amica degli extracomunitari e in questo senso abbiamo istituito la cittadinanza simbolica a chi nasce qui». L’avvocato Francesco Casarotto ha affrontato il tema degli ostacoli burocratici nell’integrazione: «Il problema principale – ha detto – è legato alla comprensione: alle volte la sensazione è di non avere gli stessi parametri».
Laura Venerus
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto