Muore in ospedale la nonna del calciatore Cristante, aperta un'inchiesta

SAN VITO AL TAGLIAMENTO. È spirata all’ospedale di San Vito al Tagliamento il 27 settembre, a 84 anni, Letizia Facca, moglie di Sergio Vegnaduzzo e nonna materna del centrocampista dell’Atalanta Bryan Cristante, convocato per la prima volta in nazionale proprio venerdì sera ed entrato in campo alla mezzora del secondo tempo nella partita contro la Macedonia.
Un traguardo importante, di cui sua nonna sarebbe stata sicuramente fiera. Ma il destino ha voluto diversamente. Una folla commossa ha gremito ieri pomeriggio il duomo di San Vito per l’addio a Letizia, molto conosciuta in paese. Il marito Sergio, affiliato al circolo ippico, gestiva, prima della pensione, un’azienda di produzione di bibite a Ponterosso. La piangono i figli Antonella, Liana, mamma di Bryan, e Claudio e tutti gli altri parenti.
Il nulla osta per la sepoltura è stato concesso dalla Procura soltanto dopo l’autopsia, effettuata lunedì dal medico legale Valentina Zamai (per l’azienda per l’assistenza sanitaria è stato nominato il consulente di parte Lucio Bomben).
La magistratura pordenonese ha infatti aperto un’inchiesta per chiarire le cause della morte di Letizia Facca. Si tratta di un caso molto complesso, da qui la necessità di indagini mediche approfondite.
In vista dell’autopsia, effettuata lunedì dal medico legale Valentina Zamai, la Procura di Pordenone ha iscritto dieci dipendenti del presidio ospedaliero sanvitese sul registro degli indagati.
Si tratta del personale medico e infermieristico che ha avuto a che fare, in un modo o nell’altro, con la paziente durante i due ricoveri ospedalieri, avvenuti a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro.
Nel caso in cui dall’esito degli esami istologici e dalla relazione medico-legale della dottoressa Zamai, fra 60 giorni, emergano ipotesi di responsabilità professionale, allora il magistrato nominerà un altro consulente e l’inchiesta proseguirà. Altrimenti il caso sarà archiviato. È stato lo stesso ospedale di San Vito a segnalare la necessità di un’autopsia per la paziente, come prevede la prassi nel caso in cui nell’anamnesi recente vi sia un evento traumatico.
La prima volta l’anziana è stata portata in ospedale, infatti, a seguito di una caduta in casa. I traumi riportati non necessitavano di operazione chirurgica. Dopo la prima dimissione, l’anziana è ritornata tre giorni dopo con una gamba gonfia in ospedale a San Vito.
La patologia di cui soffriva ha provocato un’infezione generalizzata, purtroppo letale per la paziente. In casi rarissimi questa particolare patologia, in soggetti predisposti, può anche essere originata da un semplice ematoma.
Subito l’ospedale ha provveduto a effettuare la segnalazione alla Procura. La magistratura ha disposto l’autopsia, chiedendo, nel quesito al medico legale Zamai, di fare luce sulle cause della morte di Letizia Facca.
Gli esami del medico legale Zamai potranno stabilire se vi sia stata, o meno, una correlazione fra la caduta in casa e il successivo decesso della paziente e se fosse possibile diagnosticare già dopo il primo ricovero tale patologia. Viceversa, potrebbe anche emergere, a conclusione degli esami, che non vi sia stata alcuna responsabilità medica nella morte della paziente. È ancora troppo presto per capire quale strada prenderà l’inchiesta. Di tangibile, ora, ci sono il dolore dei familiari e l’urgenza di sapere che cosa sia accaduto.
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