Muore dopo l’intervento al Policlinico: otto indagati
La vittima è una parrucchiera, finita sotto i ferri per un’ernia: autopsia lunedì Gli inquisiti sono sei medici e un’infermiera della casa di cura e un medico di base

Quando è stata dimessa dal Policlinico San Giorgio, dopo l’asportazione in laparoscopia di un’ernia gastrica e cinque giorni di degenza, stava bene. Tre giorni dopo, il 14 settembre, Annamaria Gnan, 61 anni, parrucchiera di Caorle, è deceduta.
Fra le due circostanze esiste un nesso causale? Che cosa ha provocato la morte della 61enne veneta? Lo stabilirà l’autopsia, disposta dal pm Nicola Russo a seguito di un esposto presentato dal marito della donna.
Proprio in vista dell’esame autoptico, che sarà eseguito nell’ospedale di Portogruaro il 2 ottobre dal medico legale Barbara Bonvicini, la Procura ha iscritto otto persone nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di omicidio colposo.
In questo caso l’iscrizione è un atto a tutela delle garanzie difensive, in quanto consentirà la nomina di periti di parte all'autopsia. Il provvedimento ha raggiunto sei medici e un'infermiera del Policlinico (i componenti dell’équipe della sala operatoria che ha eseguito l’intervento, i dottori che hanno visitato la paziente durante il ricovero e quello che l’ha dimessa) e il medico curante della donna, che l'aveva seguita nei primi giorni di convalescenza a casa.
La casa di cura di Pordenone ha dichiarato invece che quando la paziente è stata dimessa versava in condizioni di salute compatibili con un normale decorso post operatorio, senza alcuna complicazione.
Lo Studio 3a, che assiste i familiari di Annamaria Gnan, ha ricostruito il susseguirsi degli eventi. Il trattamento in laparoscopia è stato eseguito il 6 settembre. Le dimissioni della paziente dal Policlinico San Giorgio risalgono all’11 settembre. Lo Studio 3A ha dichiarato che la donna avrebbe lamentato forti dolori al fianco, ma che i medici l’avrebbero rassicurata spiegando che si sarebbe trattato della normale conseguenza della quantità d’aria introdotta durante l’operazione. Il 13 settembre la 61enne si è rivolta al medico di base, visto che i dolori con il passare delle ore stavano diventando insopportabili. Il medico le ha prescritto un analgesico. Ma i dolori sono continuati.
Nella notte fra mercoledì 13 e giovedì 14 settembre la situazione è precipitata. Il marito, avvedutosi che la moglie respirava affannosamente, è corso in salotto a telefonare al 118, ma quando è ritornato in camera ha trovato la moglie esanime sul letto, con sangue dalla bocca e dal naso. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Sconvolti dal dolore, i familiari di Annamaria, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, si sono affidati allo Studio 3A e hanno presentato un esposto alla stazione dei carabinieri di Caorle, con il quale è stato chiesto all’autorità giudiziaria di effettuare gli opportuni accertamenti. Il pm Russo ha disposto l’autopsia per verificare se il decesso sia eventualmente riconducibile a profili di colpa sanitaria omissiva o commissiva o se invece sia stato provocato da altri fattori (patologie o altre cause naturali).
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