Muore a 41 anni mentre gioca a pallacanestro
Marco Marchetto, dipendente Telecom, colpito da un malore durante una partita fra amatori
Una normale azione di gioco che finisce, il rientro ad andatura blanda nella propria metà campo per prepararsi alla fase difensiva: Marco Marchetto l’aveva vissuta migliaia di volte quella situazione di gioco, ma mercoledì sera, poco prima delle 21, durante la partitella con gli amici di sempre nella palestra dell’Ugg, è stata l’azione che ha posto per sempre fine alla sua passione, il basket, e alla sua vita. Un malore improvviso, l’ultima disperata richiesta d’aiuto al compagno di squadra più vicino («non sto bene»), poi il crollo, la richiesta d’intervento al 118, il disperato accorrere di due frequentatrici di uno dei tanti corsi di ginnastica che si praticano nella palestra di via Rismondo, l’arrivo pressoché immediato dell’ambulanza (appena tre minuti dalla chiamata) e l’avvio della procedura standard da parte del personale medico: due minuti di massaggio cardiaco, iniezione di adrenalina e defibrillatore. Un tentativo disperato, andato avanti per quasi un’ora, fino alle 21.45, quando la palestra si era ormai svuotata della sua routine sportiva e riempita di amici, conoscenti, passanti, sotto lo sguardo attonito della moglie di Marco, Morena, e della sorella Ambra, subito accorse sul posto. Nessun segno di ripresa, nessuna reazione cardiaca e un rapporto medico che lascia poco spazio alle interpretazioni: fibrillazione ventricolare con successivo arresto cardiaco, probabilmente dovuto a concomitanti fattori cerebrali. Potrebbe essere stato addirittura un aneurisma cerebrale la causa del decesso di Marco Marchetto, 41 anni (ne avrebbe compiuti 42 il 6 dicembre), da una ventina d’anni dipendente nel ramo impiantistica della Telecom a Gorizia, da 7 anni sposato con Morena (originaria di Ronchi dei Legionari), due bambini piccoli (Nicola, 7 anni, e Alessandra, 8 mesi), da sei mesi trasferitosi in via Lunga, dove da poco aveva finito di sistemare la nuova abitazione. «Era quello che fisicamente stava meglio di tutti – ricorda ancora sotto choc Marino Vida, tra i compagni di squadra, mercoledì sera, di Marco Marchetto insieme con altri amatori fra i quali il presidente della Npg Enrico Agostinis –, integro, vitale, mai un segnale che lasciasse intendere quanto successo. Non ci credo ancora». Una pausa, la memoria che torna a mercoledì sera: «Nessuno scontro, nessun contatto, stavamo rientrando in difesa, praticamente camminando, l’ho sentito rivolgersi a qualcuno, “speta che me poggio”, poi il tonfo, mi sono girato e l’ho visto a terra. Credevo fosse inciampato, non avrei mai pensato. Assurdo. Proprio lui, vitale, attivo, generoso, sempre di compagnia, sempre presente, una gran bella persona. Tutto troppo fulmineo, improvviso, così non si può, così non è giusto». Sul luogo della tragedia si sono recati anche i carabinieri della compagnia di corso Verdi per stilare un verbale sull’accaduto, trasmesso poi al magistrato di turno. La salma è stata trasportata nella camera mortuaria dell’ospedale. Marco Marchetto, cresciuto nel vivaio goriziano dell’Arte, una parentesi all’Edera, l’esperienza in Promozione con la Virtus, la squadra costruita assieme ad alcuni amici, i lunedì e i mercoledì si ritrovava nella palestra dell’Ugg per la solita partitella, dalle 20 alle 21. «Per tenersi in forma e soddisfare la passione di sempre – ha aggiunto Marino Vida –. Niente campionati, niente società, niente partite, soltanto l’agonismo che ti regala la passione per questo sport». In merito alle cause del decesso il magistrato non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia sul corpo dell’uomo, dando di conseguenza il nulla osta per la celebrazione dei funerali che saranno celebrati nella chiesa di Sant’Ignazio o domani alle 12 oppure lunedì (lo si saprà stamane). La salma sarà poi cremata.
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