Morto Tami, oste del Collio e dei Parrocchiani: era ricoverato perchè contagiato dal virus

UDINE. È morto Renzo Tami, oste che per più di un decennio ha fatto la storia di via Aquileia, prima “Al Collio”, poi “Ai Vecchi Parrocchiani”. Il suo cuore ha smesso di battere all’ospedale di Udine, dov’era ricoverato da una decina di giorni a causa del virus. Aveva 62 anni.
«Era un vero oste, sempre con la battuta pronta, un giocherellone – racconta il figlio Michele –. Se c’era bisogno di dare una mano agli altri non si è mai tirato indietro, e negli anni in cui ha lavorato in via Aquileia si è dato molto da fare per far crescere e promuovere il borgo».
Colpito dalla prematura scomparsa di Tami, il presidente del Comitato friulano difesa osterie, Enzo Mancini: «Oste una volta, oste per sempre. Ci uniamo al dolore della famiglia».
Tami, classe 1958, non era nato dietro a un bancone. Quello di aprire un locale tutto suo era un sogno che aveva cullato per molti anni, prima facendo il rappresentante, poi l’idraulico. All’inizio degli anni duemila si era presentata l’occasione di rilevare, insieme al fratello Sandro, l’osteria “Al Collio”.
«Qualche anno dopo aveva deciso di allargarsi, restando sempre in via Aquileia e puntando sui Vecchi Parrocchiani – aggiunge il figlio Michele –. Un periodo durante il quale aveva consolidato la sua presenza nel borgo, facendosi sempre più accettare e collaborando fattivamente per le iniziative del quartiere».
Tami era sposato con Mariella (da cui aveva avuto Michele), la quale anche dopo la separazione lo aiutava in cucina. Da una decina d’anni Tami aveva una nuova compagna, Letizia.
Per Renzo chi entrava nella sua osteria doveva sentirsi come a casa propria, assaggiando pietanze rigorosamente della tradizione friulana.
«Cucinare è una passione che ho fin da ragazzino – raccontava qualche anno fa –. Ho imparato tra i fornelli di casa sotto la guida di mio papà. Aprire un locale di ristorazione era uno dei miei desideri nel cassetto».
A segnare in maniera determinante la sua esistenza fu la morte della madre Franca. Un lutto che lo segnò profondamente.
«Da lì sono iniziati alcuni problemi fisici che l’hanno molto debilitato, costringendolo ad abbandonare la conduzione dell’osteria», ammette Michele. Negli ultimi cinque anni si era ritirato alla vita domestica, trascorrendo un’esistenza tranquilla, fino a qualche settimana fa, con la scoperta della positività al Covid.
Ancora non è stata fissata la data dei funerali, anche perché si attende che possa guarire dal Covid l’attuale compagna di Tami.
«Intanto procederemo con la cremazione – conclude il figlio Michele – poi ci sarà una cerimonia per i parenti e gli amici più stretti nella chiesa del Carmine in via Aquileia».
Dispiaciuta Antonella Fierro del Caffè Moderno: «Sembrava un po’ burbero, ma era una persone di gran cuore. La sua scomparsa lascia un grande vuoto». —
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