Morto Stefano Ciani, capitano d’industria alla Rif e alla Ermolli

Aveva 60 anni, i funerali saranno celebrati mercoledì in duomo. Con la sua presidenza aveva risollevato le sorti della Cartiera

UDINE. Fino a poche settimane fa era al lavoro, impegnato come titolare della Rif Spa, compito non facile al quale aveva affiancato quello di presidente della Cartiera Ermolli, di cui si era impegnato a risollevare le sorti.

Poi per l’imprenditore udinese Stefano Ciani, 60 anni, è arrivato l’annuncio di una malattia che gli è stata fatale. Tutto è cominciato nell’ottobre scorso con un problema di salute di cui volle indagare l’origine.

Ultimo di tre fratelli, Stefano Ciani era nato e vissuto a Udine dove aveva frequentato le scuole. Si era diplomato allo Zanon. Con il titolo di ragioniere in tasca ha cominciato a lavorare nell’azienda fondata dal padre partendo dalla gavetta. Il padre, Renato Ciani, aveva iniziato da meccanico ed era riuscito a costruire un impero dal nulla grazie a una capacità e a un intuito spiccati.

Negli anni del Dopoguerra aveva fondato con il socio Giuseppe Marcuzzi la Rettifica udinese, una piccola officina in piazzale Cella che, nel 1966, era diventata la Rif, Rettifiche industriali friulane. Renato Ciani avviò l’azienda, sostenuto dalla moglie Giorgina, con pochi capannoni edificati su 7 mila metri quadri e sette dipendenti a libro paga. Nel corso degli anni i metri quadrati sono diventati 100 mila e i dipendenti un centinaio.

A spingere sull’acceleratore per una internazionalizzazione dell’impresa è stato proprio Stefano. Con tenacia, autorevolezza e grande senso degli affari ha saputo dare nuovo slancio all’azienda, una realtà che ha riempito di orgoglio il padre Renato, morto a 85 anni nel 2007. Stefano ha continuato la sua opera con grande capacità. Gli amici e i dipendenti serbano di lui il ricordo di un uomo buono, generoso e disponibile verso il prossimo.

Personalità dinamica ed entusiasta nell’impresa ha puntato sull’eccellenza tecnologica, dando una dimensione internazionale all’azienda che esporta macchinari in tutto il mondo. Dotato di forte empatia, ha saputo valorizzare con garbo le professionalità e le peculiarità individuali del personale.

In un momento particolarmente critico, nel 2006, Stefano Ciani ha dimostrato disponibilità a impegnarsi in modo importante per risollevare le sorti delle Cartiere Ermolli di Moggio Udinese, sensibile alle esigenze e alle gravi difficoltà di una realtà importante della Val del Ferro e dei suoi 200 dipendenti, risanando la società, azienda di lunga tradizione nella produzione di carte speciali.

Grazie al suo coraggio, alla lungimiranza e all’intelligenza nel farsi affiancare da collaboratori di valore, Cartiere Ermolli ha oggi riacquisito una posizione di solidità e di presenza importante nei mercati delle carte speciali. La moglie Sara lo ricorda come una «persona gentile, delicata e leggera, che si distingueva per i suoi modi garbati. Stavamo insieme da 15 anni – racconta – e a legarci era un sentimento reciproco e profondo».

Sei anni fa aveva dovuto affrontare una malattia che sembrava aver sconfitto. Purtroppo a distanza di tempo si è manifestata nuovamente, stavolta in maniera più aggressiva. Tre settimane fa era stato ricoverato in Oncologia, da allora le sue condizioni sono andate peggiorando, fino al decesso.

Stefano Ciani lascia i figli Matteo, Luca con Anna, Alessandro e Gabriele, e tre nipotini.

Martedì sera, nella chiesa della Purità alle 18.30 ci sarà la veglia funebre, i funerali sono fissati per mercoledì alle 17 nella cattedrale. A celebrarli sarà monsignor Paolo Brida, legato da un vincolo di amicizia con Ciani.

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