Morto Nicoletti, custode dei castelli

L’architetto aveva 89 anni. Grazie ai suoi rilievi molti recuperi: ultimo il maniero di Colloredo

UDINE. È morto il “custode” dei castelli del Fvg, il giorno dopo aver compiuto 89 anni. L’architetto Aldo Nicoletti, da decenni reresidente in città, si è spento nella sua abitazione-studio di via Basiliano lunedì scorso.

Il professionista era un pilastro della sezione friulana dell’Istituto italiano dei castelli, fondata nel 1964. Con la moglie Giorgia König, mancata una quindicina di anni fa, aveva condiviso la professione e portato avanti la catalogazione dei castelli del Friuli Venezia Giulia.

Nicoletti, nato il 12 febbraio 1928, aveva dedicato la sua vita ai beni storici. Dotato di una mente vivace e di un carattere esuberante, era – dice chi lo conosce bene – l’anima dell’Istituto italiano dei castelli ed era un componente del consiglio scientifico nazionale dello stesso sodalizio.

Ha fatto parte, con una trentina di colleghi tra cui Adalberto Burelli, del gruppo interdisciplinare centrale, istituito con la legge regionale 30 del 1977, con compiuti di coordinamento negli interventi di ricostruzione del Friuli terremotato.

Per l’Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti, l’organizzazione internazionale non-governativa e senza fini di lucro impegnata a promuovere la conservazione, la protezione, l’uso e la valorizzazione del patrimonio culturale mondiale), aveva organizzato un importante congresso sulla conservazione dei beni culturali nelle zone terremotate all’indomani del sisma del 1976 che mise in ginocchio il Friuli.

La sua attività era conosciuta anche e soprattutto per i rilievi e gli studi sui castelli locali. «È stato una sorta di custode di quegli immobili – racconta l’architetto Roberto Raccanello –, ancora oggi molti professionisti consultano i suoi appunti e le sue fotografie». Nicoletti ha infatti lasciato un importante archivio fotografico sui manieri friulani, conservato nel centro di catalogazione regionale di Villa Manin.

E molte delle sue immagini sono state utilizzate nei volumi firmati dal professor Tito Miotti. Fra i rilievi più importanti vanno citati quelli dei castelli di Strassoldo e di Colloredo di Monte Albano.

«Per quest’ultimo – ricorda l’architetto Vittorio Foramiti, già presidente dell’Istituto italiano dei castelli – elaborò i primi progetti per la sua riedificazione e il piano particolareggiato per la ricostruzione dell’intero compendio dopo il terremoto. Attività propedeutiche ai lavori attualmente in corso».

Oltre che della schedatura dei manieri, si era occupato di restauri per privati ed enti pubblici. A titolo di esempio si possono citare «la porta di ingresso al nucleo storico del borgo di Sesto al Reghena, per conto dell’amministrazione comunale – indica l’architetto e amica di famiglia Daniela Marchesi – e il progetto di restauro dell’abbazia di Moggio».

«Per me è stato un secondo papà oltre che un collega – racconta commossa l’architetto Cristina Marchesi, figlia di Daniela – era molto amico di mio padre e assieme hanno condiviso idee e progetti». «Una persona attiva e professionalmente molto valida» lo descrive anche l’architetto Gianni Virgilio.

I funerali di Aldo Nicoletti saranno celebrati oggi, alle 14, nella cella mortuaria del cimitero di San Vito.

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