Morto in Texas il conte umanista de Asarta

RONCHIS. Il Friuli ce l’aveva nel cuore. Anche se dalla metà degli anni Settanta la sua casa era il Texas. Il Friuli, quello rurale che circondava la villa di famiglia nel borgo di Fraforeano dove era cresciuto con i cugini Kechler e dove molte volte venne ospitato lo scrittore Ernest Hemingway.
Il conte Stefano de Asarta, si è spento a 92 anni negli Stati Uniti, vinto da una malattia che l’aveva colpito tempo fa. Ma uomo brillante e colto, imprenditore agricolo generoso, umanista raffinato. Il suo ricordo nella piccola frazione di Ronchis, la cui piazza è dedicata al nonno Vittorio, prima deputato e poi senatore, dal 1897 al 1909, è ancora vivido così come nel resto della provincia udinese.
Il conte de Asarta, nato a Roma, dopo aver frequentato le scuole nella capitale fino al ginnasio, prosegue gli studi al collegio Bertoni di Udine dove consegue la maturità scientifica nel 1945 per poi laurearsi in economia e commercio a Napoli. Amava viaggiare, diceva che cambiare zona costringeva a ricominciare daccapo trovando sempre nuovi stimoli. Rientrato in Friuli entra nell’azienda agricola di Fraforeano acquistata dal nonno Vittorio giunto a Udine nel 1883, (3 mila campi friulani) e poi gestita dal padre Manuel.
Diventa presidente dell’Unione agricoltori, dell'Associazione allevatori e componente della giunta camerale udinese negli anni '70. Nel 1976 decide di vendere l’azienda. Tra i nuovi proprietari ci sono anche gli ex dipendenti, a 19 dei quali regala la casa, come ricompensa a tanti anni di dedizione. L’anno dopo, parte per l’America dove fonda la Asarta Farm, a 160 chilometri da Houston in Texas.
Al suo fianco c’è la moglie Laura Camerini, figlia del regista Mario Camerini, con cui ha condiviso 45 anni di vita assieme. «Era una persona speciale – ricorda Laura –, un uomo intelligente, molto capace, con tanti interessi tra cui quello per la storia e la letteratura.
Scriveva non per avere successo ma perché voleva dire delle cose che pensava fossero giusto ed erano diverse da quelle dette in precedenza. Aveva un grande senso dell'humour, era generoso e pieno di attenzione per gli altri. Era una persona che lasciava il segno e che è impossibile dimenticare».
Un imprenditore con la passione per la storia (aveva una biblioteca di oltre ottomila volumi), quella dell’antica Roma in particolare. A Udine ci era tornato nel 2005 per presentare il suo libro “Valeria Messalina”. Aveva scritto altri tre saggi “La seconda guerra punica. Storia e controstoria”, “Ponzio Pilato.
Storia e curiosità di un personaggio controverso” e “Gerusalemme 70 d.C. Perché? E due fatti storici mai avvenuti”. Sognava di ricostruire la vita di Gesù, ma questo progetto non riuscì portarlo a termine. «Era una persona generosa – racconta l’amica di famiglia Giovanna Stringher –, un amico sincero e onesto che mi è stato vicino nei momenti difficili della vita».
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