Morto Ennio Anticoli, uno dei padri delle Frecce Tricolori: era positivo al virus

CAMPOFORMIDO. È mancato a 89 anni Ennio Anticoli, uno dei primi piloti delle Frecce tricolori. Abitava a Bressa di Campoformido ed era andato in pensione nel 1994 con 12 mila ore di volo; nell’ultima fase era stato comandante pilota all’Alitalia. Stavano a Udine, lui e la moglie Ida, ma l’estate la passavano a Bressa nella casetta di origine di lei. A novembre aveva avuto un serio problema di salute, ma pareva essersi ripreso. È arrivata violenta l’infezione da Covid-19, un paio di settimane fa, costringendolo al ricovero in ospedale a Udine, dove si è spento.
Per Ennio essere pilota acrobatico è stata una passione respirata in famiglia: lo furono anche il padre Gaspare e il fratello Sergio (mancato 11 anni fa dopo una brillante carriera). Il padre, chiamato affettuosamente Gasperino da tutti a Villa Santo Stefano (Frosinone), dove abitava, preso il brevetto nel 1924, fece parte del Primo stormo Caccia, costituito l’anno prima a Ghedi, nel Bresciano, e trasferito a Campoformido nel 1927. Gaspare, risparmiato dalla guerra nei cieli del Mediterraneo e dell’Africa, concluse l’esistenza non lontano da casa durante un sorvolo spettacolare esibendosi per salutare la gente e inerpicarsi verso monte Siserno sul suo Macchi 200 “Saetta”: un guasto al motore lo costrinse all’atterraggio di emergenza durante il quale si ferì a morte.
Diciotto anni dopo Ennio ripeté quel volo, riconosciuto dai compaesani per lo stile e la bravura come figlio d’arte. Affascinato dall’esempio del padre, ne aveva ereditato coraggio e tenacia, che lo portarono a diventare uno dei migliori “top gun” dell’Aeronautica militare. Da pilota del Sesto stormo Cacciabombardieri entrò nei Diavoli rossi (pattuglia acrobatica di riserva del Cavallino rampante della Quarta aerobrigata), una fra le formazioni che puntavano a emergere in quei primi tentativi di costituire una rappresentanza acrobatica nazionale. Proprio i Diavoli rossi nel 1959, già un mito per la loro bravura, rappresentano l’Italia al primo congresso mondiale del volo negli Usa.
In seguito ai consensi ricevuti (sono valutati come la migliore squadra acrobatica nell’ambito Nato), lo Stato maggiore dell’Aeronautica nel 1961 scioglie i Diavoli rossi e fonda il 313° Gruppo addestramento acrobatico, le Frecce tricolori, di stanza all’aeroporto di Rivolto. Nella formazione a sette, il sergente maggiore Ennio Anticoli vola come primo gregario destro. Rimase alla Pattuglia acrobatica nazionale fino al 1968. La sua scomparsa lascia nel dolore, oltre alla moglie, il figlio Alessandro, già rappresentante di commercio, che abita a Bressa, e le figlie Rossella e Laura, residenti a Udine, la prima ex postina a Pasian di Prato, la seconda infermiera all’ospedale di Udine e altri parenti.
È cordoglio a Udine e in paese, dove Ennio è ricordato per la cordialità e generosità, oltre alla stima per essere stato fra i più validi piloti della storia dell’Aeronautica italiana. L’ultimo saluto sabato alle 11 nella parrocchiale di Bressa.
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