Morto Battilana, fu sindaco di Palmanova per 18 anni

PALMANOVA. Una vita di impegno per la città di cui era innamorato. Con la morte di Ermes Battilana se ne va un pezzo di storia di Palmanova. Scomparso nella notte tra domenica e lunedì, Battilana fu amministratore della “fortezza” per quarant’anni, 18 dei quali come primo cittadino.
Nato nella città stellata il 18 giugno 1936, si diplomò perito agrario all’istituto Salesiano di Lombriasco (Torino). Alpino durante il periodo del servizio militare, frequentò poi il corso di laurea in Economia e Commercio a Trieste, ma non completò gli studi per seguire la passione politica.
Militante nella Democrazia Cristiana, sin da giovanissimo fu impegnato con la Coldiretti regionale e i Club 3P. La sua originaria passione per il settore dell’agricoltura, lo vide - fino al pensionamento -, alle dipendenze dell’assessorato regionale all’Agricoltura, presso il quale operava come funzionario nel settore del servizio dello Sviluppo agricolo. Punto di riferimento importante per lui fu l’assessore Antonio Comelli. Ricoprì anche la carica di presidente dell’Ersa a fine anni 90.
In tanti lo ricordano anche per i suoi interventi domenicali nella trasmissione radiofonica Rai Regione - Vita nei campi -, e per i suoi interventi in riviste specializzate.
Iniziò la sua esperienza politica nel 1964 con il sindaco Dino Bruseschi di cui fu anche assessore ai Lavori pubblici. Dal 1971 al 1975 fu presidente dell’ospedale. Nel 1975 fu nominato sindaco e rimase alla guida della città per quattro mandati, fino al 1993. Dal 1999 al 2004 fece parte della giunta Muradore come assessore alle Politiche sociali.
Tra le opere realizzate da sindaco, il recupero abitativo dell’ex caserma Hermada, l’avvio di trattative con il demanio militare e lo Stato per la valorizzazione dei beni demaniali, per la creazione del Museo militare sul dongione di porta Cividale e per la manutenzione della cinta fortificata.
Opera di particolare importanza, la redazione del piano regolatore particolareggiato del centro storico, nel quale s’introdussero vincoli e norme a tutela della storia e dell’urbanistica cittadine. Tra le opere pubbliche, diversi interventi infrastrutturali, la ristrutturazione dell’ex caserma Montesanto e l’avvio del restauro del municipio e del teatro Modena. Fu socio fondatore dell’associazione dei Sindaci emeriti, sodalizio che riunisce coloro che ricoprirono nel corso della loro vita il compito di primi cittadini, ente che egli guidò da presidente per 16 anni.
Quanto alla sua vita privata, si sposò con Bianca Morandini il 3 settembre 1966, un legame forte da cui nacquero i figli Lucia e Andrea. Alla sua famiglia esprime il proprio cordoglio a nome della città il sindaco Francesco Martines: «Provo profondo rispetto per l’uomo e per il sindaco. Tantissimi anni di governo al servizio della città. Un illustre membro della Dc, riferimento del territorio. Di lui ricordiamo soprattutto l’operazione di edilizia convenzionata realizzata nell’ex caserma Hermada dove attualmente vivono circa 140 famiglie. Condoglianze e vicinanza alla famiglia, da parte mia e da tutta la comunità che ho l’onore di rappresentare. Devono essere orgogliosi per tutto ciò che in vita è riuscito a fare».
I funerali saranno celebrati mercoledì 12 febbraio alle 15 nel Duomo di Palmanova.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto