Morto a 51 anni di leiucemia il magistrato Giuseppe Lombardi
Dal ’90 al 2004 in Procura Era stato anche gip a Cividale. Ora lavorava a Trieste

UDINE.
È morto ieri notte il magistrato Giuseppe Lombardi. Aveva 51 anni. Lascia la moglie e tre figli. Oggi alle 15 a Pasian di Prato, dove viveva, si celebreranno i funerali. Subito dopo Pasqua gli era stata diagnosticata una grave forma di leucemia e l’équipe del professor Renato Fanin, direttore della clinica ematologica, ha fatto di tutto per evitare il peggio. Il rapidissimo cammino della malattia non gli ha nemmeno lasciato il tempo di affrontare un previsto trapianto.
Nato a Cosenza e cresciuto a Roggiano Gravina, il dottor Lombardi entrò in magistratura nel 1990. Udine è stata la sua prima sede come sostituto procuratore (passata attraverso l’unificazione delle procure) fino al maggio 2004, quando per alcuni anni ha scelto di andare al “giudicante” alternandosi fra la sede di Cividale e l’ufficio Gip-Gup di Udine. Nel maggio 2008 la decisione di tornare a “indagare” con il trasferimento alla procura di Trieste. Per anni era stato presidente della sottosezione udinese dell’Associazione nazionale magistrati.
Nella sua carriera c’è anche l’applicazione a Reggio Calabria, chiesta da lui stesso per andare ad “aiutare” la sua terra, nel ’94. Giuseppe Lombardi era sposato con la dottoressa Anna Brusatin, dirigente della Provincia di Udine dopo essere stata per molti anni funzionario di polizia dirigendo anche la Digos e alla polizia di frontiera. Dal loro matrimonio sono nati i figli Marianna, Giovanni e Francesca.
Ieri il presidente della sezione penale del tribunale di Udine, Angelica Di Silvestre, ha aperto l’udienza dibattimentale in composizione collegiale con un minuto di silenzio in memoria del collega. Da parte sua, il procuratore Antonio Biancardi si è dichiarato «addoloratissimo» per la sua scomparsa. Sia in tribunale sia in procura, i dipendenti hanno manifestato grande commozione, ricordando Lombardi come una persona disponibile e aperta.
Appassionato di sport, e di calcio in particolare, il dottor Lombardi era un tifosissimo del Napoli. Amava anche pescare oltre che dedicarsi alla famiglia. Pur essendo una persona estremamente seria sul lavoro, sapeva ridere e scherzare con tutti. Memorabile fu il pranzo, nel giardino della sua casa a Pasian di Prato, con il quale sei anni e mezzo fa decise di salutare e ringraziare i dipendenti della procura che lasciava. Negli uffici di via Lovaria era rimasto come un familiare. Anche in questi mesi di sofferenza, gli amici hanno continuato a penare in silenzio per lui, che dall’ospedale continuava a comunicare con gli sms del suo telefonino.
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