Morti per avvelenamento, il risultato delle analisi: niente tallio nei filtri del condizionatore

VARMO. Le analisi effettuate dai laboratori dell’Azienda per l’assistenza sanitaria 3 sui filtri di un condizionatore e di un deumidificatore della casa di Santa Marizza di Varmo hanno dato esito negativo.
Il tallio che ha contaminato la famiglia Del Zotto, uccidendone tre componenti, non si trovava dunque neppure negli impianti di raffreddamento dell’aria utilizzati lo scorso agosto nella casa di campagna di via Thanner.
A confermare i risultati degli esami il comandante della Compagnia dei carabinieri di Latisana, il maggiore Filippo Sautto. «I test effettuati hanno dato esito negativo: sui filtri sequestrati e sottoposti ad analisi non sono state rinvenute tracce di tallio, escludendo dunque che l’avvelenamento possa essere avvenuto per inalazione di sostanze diffuse dai due impianti», spiega l’ufficiale dell’Arma, che sta seguendo il filone friulano dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Monza.
Le attenzioni si concentrano ora sulle tre bustine di topicida ritrovate nella soffitta della casa di Varmo: fino alla metà degli anni Novanta i ritrovati per limitare la proliferazione dei ratti erano preparati proprio con il tallio, sostanza poi messa al bando nel 1999 da una norma comunitaria.
Non è escluso tuttavia che alcune confezioni inutilizzate da anni possano essere state aperte la scorsa estate per disinfestare alcuni locali del fabbricato di Santa Marizza.
Il topicida ritrovato nel sottotetto è stato campionato e inviato a un laboratorio milanese specializzato, per alcune prove da effettuare con reagenti particolari: i risultati delle analisi dovrebbero essere noti nei prossimi giorni.
I Del Zotto non sono stati avvelenati né dall’acqua del pozzo della casa di Varmo, né dai cibi ritrovati nell’abitazione di Nova Milanese: i controlli effettuati dai tecnici incaricati dalla Procura hanno infatti permesso di escludere le due piste. Dubbi invece su una zuppa di farro, consumata dai componenti del nucleo familiare a Varmo.
In Friuli avevano trascorso le ferie estive Giovanni Battista e Patrizia Del Zotto, padre e figlia, di 94 e 62 anni, morti a poche ore di distanza in ospedale a Desio, il 2 ottobre scorso, per avvelenamento da tallio. Alcuni giorni dopo era deceduta sempre a causa dell’avvelenamento dalla sostanza metallica anche Maria Gioia Pittana, di 87 anni, rispettivamente moglie e madre delle prime due vittime.
Restano ancora ricoverati all’ospedale della località brianzola Laura Del Zotto, sorella di Patrizia, e la badante Serafina Pogliani, entrambe accolte nel reparto di Neurologia; Enrico Ronchi, marito di Patrizia, è ricoverato invece in Medicina. Tutti e tre dovranno proseguire ancora per diverse settimane la terapia con l’antidoto a base di Blu di Prussia.
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