Morte in scooter, "tragedia inspiegabile"

Comunità in lutto per Carlo Paglietti, impiegato alla Pravisani. Gli amici affranti: «Alla guida era molto più che prudente»

SPILIMBERGO. Vasto cordoglio a Spilimbergo per la tragica scomparsa di Carlo Paglietti, cinquantacinquenne (avrebbe compiuto 56 anni giovedì 30 agosto), residente con la moglie Elena Lovisa in via Cavour.

Paglietti era rimasto vittima nella tarda serata di martedì di una rovinosa caduta mentre in sella al suo scooter, rincasando dal lavoro, stava procedendo lungo via Maniago, nelle vicinanze del cimitero. Nell’incidente erano rimasti coinvolti tre giovani richiedenti asilo pakistani, urtati dallo scooter mentre stavano camminando sul ciglio stradale (uno ha riportato la frattura di una gamba, gli altri due sono rimasti feriti di striscio).

Perso il controllo dello scooter, Paglietti era stato sbalzato dalla sella cadendo sull’asfalto e battendo violentemente il capo. Le lesioni riportate nella caduta sono risultate fatali.

Tra i primi ad arrivare sul posto, avviando i tentativi di rianimazione, due volontari dell’associazione Cb Maniago 27, impegnati sino a poco prima nello staff che nei giorni scorsi aveva “vigilato” sulle iniziative legate alle giornate storiche della Macia. I tentativi di rianimare il 55enne si erano rivelati vani. Sul posto oltre ai sanitari del Sores, i vigili del fuoco del distaccamento locale e gli agenti della polizia stradale di Spilimbergo, i quali hanno eseguito i rilievi per ricostruire la dinamica della tragedia.

Secondo una prima ipotesi Paglietti potrebbe aver visto solo all’ultimo momento, complice l’oscurità, i giovani che camminavano sul ciglio della strada, non riuscendo a evitarli. Di certo, per ammissione dei testimoni presenti nel luogo dell’incidente, lo spilimberghese procedeva in sella al ciclomotore a velocità moderata.

«Era molto prudente, si è trattato di una tragica fatalità – ricorda Alberto Grassetti, commercialista spilimberghese e amico fraterno della vittima – Conoscendo bene le abitudini di Carlo, in moto era molto più che prudente, e quanto accaduto è inspiegabile». «Non ci sono parole per descrivere il dolore che proviamo tutti noi in questo momento» afferma Grassetti, parente alla lontana di Paglietti e amico dall’infanzia.

Nato a Caracas da genitori taurianesi, allora emigrati in cerca di fortuna oltreoceano come molti altri friulani, Carlo Paglietti era rientrato a Spilimbergo con la famiglia ancora bambino. Aveva quindi intrapreso gli studi che lo avevano portato al diploma di odontotecnico, conseguito all’istituto professionale Giacomo Ceconi di Udine. Professionalmente molto apprezzato, era impiegato alla Pravisani di Sequals, azienda specializzata nella produzione di materiale esplosivo, dove ricopriva il delicato ruolo di addetto alla sicurezza.

Oltre alla moglie Elena, lascia l’anziana mamma Gina e la sorella Gabriella. Nelle prossime ore sarà resa nota la data dei funerali.

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