Morirono sull’ultraleggero Il pm: l’aereo era guasto
Respinta l’ipotesi di una manovra sbagliata formulata dai consulenti di parte. Secondo avviso di conclusione indagini ai quattro indagati per omicidio colposo dopo l'incidente con due vittime.

UDINE. A causare il tragico schianto dell’ultraleggero sul quale, il 5 aprile 2010, si trovavano Michele Monticolo, 21 anni, di Udine, e Alessio Tomè, 19 anni, di San Daniele, non fu una manovra sbagliata, bensì la presenza di una “cricca”, ossia di una frattura nella parte del velivolo che unisce l’ala alla fusoliera.
È quanto sostiene la controperizia depositata nei giorni scorsi dall’ingegnere aeronautico Ciro Ciotola al sostituto procuratore Claudia Danelon, che lo aveva incaricato di esaminare la perizia, a sua volta redatta e consegnata alla Procura dai consulenti di parte, nell’ambito dell’inchiesta che vede quattro persone indagate per concorso in omicidio colposo per la morte dei due giovani.
Secondo il team di professionisti scelti dai difensori, gli avvocati Paolo Dal Zilio e Giovanni Stellato, per cercare di smontare l’ipotesi accusatoria sostenuta dal magistrato al termine delle indagini preliminari - l’avviso era stato notificato alle parti lo scorso gennaio -, l’incidente andrebbe dunque addebitato alle manovre effettuate da chi, quel giorno di Pasquetta, nella zona di Firmano, pilotava l’ultraleggero, un P-96 Tecnam noleggiato all’aviosuperficie di San Mauro (Premariacco), e non a un guasto del velivolo.
Ricostruzione, questa, che non ha affatto convinto il consulente del pm e che, nell’integrazione aggiunta ora al fascicolo, è stata scartata a favore dell’ipotesi originaria. Quella, cioè, che mette lo schianto in relazione con la presenza di una “cricca” nella soletta lunga inferiore dell’apparecchio. Una frattura - questa la spiegazione tecnica - capace di determinare una riduzione del modulo di rigidezza flessionale del longarone, proprio nella stazione dell’ala, rendendo il velivolo non più idoneo all’assorbimento del fattore di contingenza, come previsto dal costruttore.
Da qui, la decisione del pm Danelon, titolare del fascicolo, di notificare agli indagati un secondo avviso di conclusione delle indagini preliminari, formulando la medesima ipotesi di reato e concedendo ai difensori la proroga dei tempi per il deposito di ulteriori memorie alla metà di settembre. A rispondere dell’accusa sono Aimaro Agostino, 32 anni, di Pradamano, Giuseppe Agostino, 55, di Remanzacco, soci titolari e gestori di fatto della “Fly&Fly srl” (proprietaria dell’ultraleggero), Mirna Garbin, 42, di Remanzacco, liquidatore della società, e Pietro Regis, 52, di Campoformido, responsabile della manutenzione giornaliera e periodica dei velivoli.
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