Morìa di api, trattori in strada: a Udine la protesta degli agricoltori

UDINE. Gli agricoltori friulani sono scesi per le strade di Udine facendosi sentire e difendendosi dall’accusa di aver inquinato l’ambiente causando la morte delle api. Più di 150 mezzi hanno attraversato la città, raggiungendo la sede della Regione, in via Sabbadini.
Un successo nonostante l’assenza di Coldiretti, che ha preso le distanze dalla manifestazione. Guidati da uno dei promotori del Comitato spontaneo, Renato Zampa, gli agricoltori, sotto l’occhio vigile del personale della Questura di Udine, hanno affollato l’auditorium Comelli chiedendo chiarezza alle istituzioni. “Siamo in periodo di semina – è stato detto – vogliamo avere la certezza sui prodotti che utilizziamo. Non possiamo essere indagati per il lavoro che facciamo”.
A difendere gli interessi degli agricoltori sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, l’assessore regionale Stefano Zannier e Ferruccio Saro, nella veste, quest’ultimo, di appassionato agricoltore.
Critiche sono arrivate nei confronti della Procura, accusata di aver messo nel mirino il comparto primario per la morte delle api. Ciò che chiedono gli agricoltori è un protocollo con le istituzioni per definire una volta per tutte cosa e come coltivare. “Non siamo in contrapposizione a qualcuno, ma certamente non possiamo accettare di essere additati come operatori che inquinano e che non fanno il bene dell’ambiente”.
I rappresentanti del Comitato spontaneo sostengono che l’immagine e la reputazione dell’agricoltura friulana sia a rischio, a causa di una serie di indagini avviate negli ultimi anni, con quella relativa all’utilizzo del Mesurol e alla moria delle api che rappresenta solo la punta di un iceberg: prima le aflatossine nel latte, poi il caso Sauvignon per il vino, per finire con i prosciutti di San Daniele.
Una visione non condivisa da Coldiretti, con Pavan che ritiene la manifestazione potenzialmente «pericolosa» per guastare il clima di distensione tra agricoltori e apicoltori venutosi a creare dopo l’ultimo incontro in Regione.
«Meglio sarebbe stato attendere l’esito delle indagini», chiude Pavan.
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