Moretti: «Dobbiamo pescare i voti degli scontenti che lo sostenevano»

«Ziberna? È un uomo dalla grande simpatia, ma...». E dietro quel “ma” c’è un’analisi severa, peraltro non molto diversa da quella di Alessandro Maran, candidato sindaco in pectore dell’area di centrosinistra.
A prendere posizione è il consigliere regionale Diego Moretti, segretario provinciale del Pd. Pure lui ha letto con attenzione l’intervista al primo cittadino, uscita sul giornale di Ferragosto.
«Che dire? Dalle sue parole non è emerso nulla in fatto di idee di sviluppo della città, di progetti, di programmi, di visione. Ed è un elemento - sottolinea Moretti - che nemmeno mi sorprende, visto come si sta caratterizzando questo mandato. Ziberna si è limitato a lanciare segnali alla sua coalizione, evidenziando che è necessario essere compatti. E lo posso anche comprendere, considerate le difficoltà che incontra, nell’attività amministrativa, con la sua “squadra”».
Guardando, invece, in casa sua, in casa centrosinistra, anche Moretti evidenzia che soltanto «in autunno» bisognerà iniziare ad avere le idee chiare in vista delle elezioni comunali. Non è un mistero che al Pd una candidatura Maran piace, e anche parecchio. Ma c’è anche un messaggio politico che l’esponente del Partito democratico vuole lanciare. «Bisogna lavorare a una coalizione larga: più larga è, e meglio è». Ma non si pensa di andare a pescare voti solo nell’alveo naturale della coalizione. «L’obiettivo è semplice e complicato al tempo stesso. Sembra una cosa ovvia, ma dobbiamo andare a prendere voti dove siamo in grado di prenderli». Ovvero, a che indirizzo? «Dobbiamo cercare di far breccia anche in quel mondo di centrodestra che è rimasto scontento da questo governo locale». Insomma, allargare al massimo il bacino.
Nelle scorse settimane, era stato Franco Perazza, segretario del circolo di Gorizia, su GoriziaEuropa ad affondare il colpo sull’amministrazione attuale di centrodestra. Non le aveva mandate a dire. «Credo che ormai sia sotto gli occhi di tutti - le sue parole - la contraddizione lacerante in cui si trova la nostra città: un paradosso a cui bisogna porre rimedio prima possibile, evitando di crogiolarsi in quella forma di “pessimismo mitteleuropeo” che spesso la caratterizza, superando ogni compiacimento decadente e rassegnato proprio di una Weltanschaung da finis Austriae. Una situazione amministrativa penosa. Da un lato, la città si trova ad essere amministrata da una giunta che già in passato non aveva brillato per il suo operato, inanellando una serie di insuccessi, non realizzando ciò che ai cittadini era stato promesso in campagna elettorale. Ora questa Giunta si trova addirittura in minoranza». Relativamente alla Capitale 2025 «saper cogliere questa occasione - aggiunge Perazza - ha un significato che sfugge a questa maggioranza e forse, per una parte, viene proprio rifiutato. Essere capitale non vuol certo dire inanellare una serie di eventi, spettacoli, manifestazioni, mostre. Non può certo identificarsi nel prolungamento delle giornate di “Gusti di frontiera”. Solo la miopia o le paure regressive di una destra populista può immaginarla così». —
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