Monte Jouf, l’orso sbrana cinque pecore

Maniago, la scoperta di un allevatore. Forse è lo stesso esemplare fotografato due settimane fa dalla Forestale

MANIAGO. Un orso ha scelto la casera monte Jouf, nel comune di Maniago, a quota 1.108 metri, per le sue incursioni e a farne le spese sono state cinque pecore, e forse anche di più, del gregge di Doriano Mazzoli, proprietario dell’omonima azienda agricola. A sferrare l’attacco è stato un maschio adulto, con ogni probabilità lo stesso esemplare che è stato immortalato dalle fototrappole della guardia forestale, due settimane fa.

Gli attacchi al gregge di Mazzoli, che conta un centinaio di capi tra pecore e capre, si sono verificati la scorsa settimana, tant’è che il pastore aveva iniziato a notare un calo nel numero degli animali, ma soltanto negli ultimi giorni ha fatto la spiacevole scoperta, rinvenendo le carcasse delle prime quattro pecore sbranate. In seguito a questi ritrovamenti, Mazzoli ha avvisato gli uomini della Forestale, che, di notte, hanno effettuato alcuni sopralluoghi, nel corso dei quali hanno rinvenuto la quinta carcassa e trovato le tracce inconfondibili del passaggio del plantigrado.

«Non mi sarai mai aspettato una simile sorpresa – ha affermato Mazzoli –. In 20 anni di attività in quella malga, che ho in gestione perché è di proprietà di altri, non mi era mai successo una cosa simile. Mi sono accorto che qualcosa non andava già una settimana fa, quando ho notato non soltanto che mancava qualche capo di bestiame, ma soprattutto che gli animali erano molto impauriti: di solito, quando li chiamo si avvicinano, invece, in questi giorni, una volta sentita la mia voce, si allontanavano. Per il momento, i capi sbranati sono cinque, ma soltanto una volta effettuato il censimento saprò il numero preciso: sicuramente, l’orso ne ha uccisi di più. Entro stasera – ha concluso –, provvederò a trasferire al sicuro tutto il gregge nella mia azienda».

Ma a colpire la guardia forestale è stato il modus operandi del plantigrado: da ben tre animali su cinque, l’orso ha rimosso gli escrementi interni al ventre e li ha seppelliti, con terra e fogliame. Un fatto alquanto insolito, che non rispecchia di certo la consuetudine, ricollegabile a una strana volontà di questo plantigrado di celare, per quanto possibile, le tracce delle sue vittime. In realtà, l’orso, oltre alle impronte sul terreno, ha lasciato diversi segni delle sue scorrerie: non ha, infatti, divorato completamente le pecore, ma ha selezionato accuratamente soltanto le parti più tenere».

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