Molestava la cubista sua ex: patteggia otto mesi e risarcisce

UDINE. Otto mesi di reclusione, patteggiati con concessione del doppio beneficio della sospensione condizionale della pena e della non menzione, per avere perso la testa per una ballerina di un night club, al punto da tormentarla a suon di telefonate e messaggi, talvolta minacciosi, dopo la fine della loro relazione.
Si è concluso così il procedimento per stalking (atti persecutori, a rigor di codice penale) avviato dal pm Elena Torresin nei confronti di Alessandro Filippi, impiegato di 52 anni residente in città, e approdato ieri davanti al gup del tribunale di Udine, Daniele Faleschini Barnaba.
Considerato il risarcimento nel frattempo liquidato alla donna, una 30enne originaria della Repubblica Ceca, che, proprio alla luce del versamento della somma, qualche giorno fa aveva dichiarato di rinunciare alla costituzione di parte civile con l’avvocato Cristiano Leone, il giudice ha deciso di limare di due mesi la pena inizialmente concordata tra il pm e il difensore dell’imputato, avvocato Luca Francescon.
La vicenda era emersa già un paio d’anni fa, a seguito dell’ammonimento che il questore aveva emesso nei confronti dell’uomo dopo la denuncia della ragazza e che, tuttavia, non era affatto bastato a farlo desistere. Evidentemente incapace di rinunciare al rapporto che li aveva legati dall’inizio del 2013, quando l’aveva vista per la prima volta ballare sui cubi di un locale della provincia, e fino al dicembre 2014, quando lei aveva deciso di interrompere quella frequentazione, peraltro clandestina, a causa della sua crescente aggressività.
Le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile e della Polizia postale e dai carabinieri avevano permesso di raccogliere materiale sufficiente a dimostrare ampiamente il fuoco di fila di messaggi di cui la ragazza era diventata bersaglio, diretto e indiretto.
«O torni con me, o posterò le tue foto nuda su Facebook», l’aveva ricattata. E dalle parole era passato in breve ai fatti, creando falsi profili sui social network ed esibendone non poche immagini osè. Del tutto vane, va da sè, le richieste della ragazza di lasciarla in pace. L’unico obiettivo, per Filippi, era ricominciare la loro relazione e per questo si era dimostrato pronto a qualsiasi forma di stalking. Compresi gli insulti e gli atti di violenza.
Come quando, nel restituirle alcuni capi d’abbigliamento, glieli aveva fatti trovare corrosi da acido all’interno di due valigie, lasciate sotto casa. O, ancora, quando, accecato dalla gelosia, ne aveva contattato la madre, che la ragazza era tornata a trovare in Repubblica Ceca, per chiederle la restituzione dei soldi spesi per acquistarle una marea di vestiti. Ora, a relazione irrimediabilmente compromessa, il conto è arrivato per lui e a chiederlo è stata la giustizia.
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