Mobilificio Poletti, atteso l’auto-fallimento
BUDOIA. È attesa a giorni la dichiarazione di auto fallimento della Poletti Design srl di Budoia. L’azienda del legno era sorta nel luglio 2011 a seguito del crac del Gruppo Florida quando gli ex dipendenti della storica Poletti spa, ammessa al concordato concesso dal tribunale fallimentare di Pordenone, Diego Bortolus, Ezio De Nadai e Giulia Iseppi avevano dato vita alla nuova realtà. De Nadai fungeva da amministratore, Iseppi da responsabile amministrazione e Bortolus da responsabile delle spedizioni Sono riusciti a mandare avanti l’azienda, specializzata nella produzione di camere da letto classiche e moderne, per due anni e mezzo.
Un tempo la Poletti, fondata nel 1972, con i suoi 80 dipendenti, gli oltre 17 mila metri quadrati di superficie coperta e una rete commerciale che raggiungeva una ventina di Paesi stranieri, rappresentava un punto di riferimento per la realtà del mobile nella pedemontana, al pari dei mobilifici Mercury e Spagnol, un tempo attivi nel Canevese.
Poletti Design srl, ultima azienda derivata dal Gruppo Florida ad ammainare la bandiera, era ripartita con una trentina di lavoratori. Quando le cose avevano cominciato a peggiorare e i lavoratori erano stati messi in cassa integrazione, ci avevano pensato i Comuni della zona ad anticipare lo strumento sociale ai dipendenti.
La proprietà aveva provato a salvare il brand tentando di costituire una cooperativa fra dipendenti, modello che in Emilia Romagna pare resistere al tempo. Naufragato anche questo tentativo, però, non è rimasto che consegnare i libri contabili al tribunale che nei prossimi giorni dovrebbe decretare la fine della Poletti Design srl. Per il comune di Budoia e per l’intera pedemontana è un altro brutto colpo. La zona industriale di Budoia sta letteralmente scomparendo. «Un tempo dava lavoro a 300 lavoratori, oggi i posti si sono ridotti a una cinquantina – denuncia il sindaco Roberto De Marchi –. Si parla spesso delle gravi crisi che hanno colpito colossi come l’Electrolux e l’Ideal Standard ma si dimentica che il distretto del mobile ha perduto 4 mila posti di lavoro negli ultimi anni. Complessivamente il settore legno-arredo ha ridotto di un terzo l’offerta occupazionale: un’autentica ecatombe».
Giacinto Bevilacqua
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