Mistral, dopo l'incendio: «Più sicurezza o si chiude»

Fuori uso la centrale termica: danni per oltre un milione e stop produttivo. Escluso l’inquinamento ambientale. Il sindaco di Spilimbergo vuole garanzie

SPILIMBERGO. Un rogo che ha provocato danni milionari e che ha allarmato i cittadini, tanto che l’amministrazione comunale di Spilimbergo ha messo in chiaro che, se non si correrà ai ripari mettendolo in sicurezza, l’impianto potrebbe essere chiuso.

Sarebbe stata una fuoriuscita d’olio a causare l’incendio divampato ieri mattina al termovalorizzatore Mistral, l’impianto di recupero energetico da rifiuti ospedalieri situato nella zona industriale del Cosa.

Erano da poco passate le 10 quando, dal camino dell’impianto, si sono levate alte le fiamme e si è formata una densa colonna di fumo nero, visibile a diversi chilometri di distanza.

Fiamme nel mobilificio: otto ore per spegnerle

A provocarla, stando a una prima ricostruzione fornita dai responsabili dell’azienda, sarebbe stata una accidentale caduta di olio, durante l’esecuzione di alcuni lavori di manutenzione alla centrale termica.

L’olio, finendo sul generatore che alimenta l’impianto, avrebbe appunto dato origine al rogo, mettendo fuori uso l’impianto stesso. I danni sono ingenti, quantificabili in oltre un milione di euro, tenuto conto anche del fermo di produzione che potrebbe essere lungo.

Sul posto si sono portate diverse squadre dei vigili del fuoco, nonché gli uomini del nucleo Nbcr, che si occupa di situazioni di pericolo nucleare, batteriologico, chimico e radioattivo. Le fiamme sono state domate nell’arco di mezz’ora, ma le operazioni per mettere in sicurezza l’area, rimuovendo il materiale intaccato dalle fiamme, si sono protratte per tutta la giornata.

Sul posto, per i rilievi del caso, sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Spilimbergo. Di quanto avvenuto sono stati subito avvisati anche i tecnici dell’Arpa, per un sopralluogo che avrebbe comunque escluso il rischio di inquinamento ambientale, e i funzionari dell’ufficio ambiente del municipio di Spilimbergo.

Particolare preoccupazione per l’episodio è stata espressa dall’assessore comunale competente, Luchino Laurora, che, per tutta la giornata, ha mantenuto un filo diretto con i responsabili dell’azienda, evidentemente scossi per quanto accaduto.

«Per Mistral si tratta di una brutta botta e di un periodo decisamente sfortunato», ha osservato l’esponente dell’amministrazione civica. Nulla di così grave come quanto avvenuto a marzo di quest’anno: il tragico incidente accaduto durante un intervento di manutenzione programmata, consistente nella bonifica di un serbatoio, la cui esplosione è costata la vita all’operaio cinquantenne spilimberghese Giuseppe Toneatti.

Certo è che, per l’impianto dedicato al recupero energetico dei rifiuti ospedalieri, di cui è proprietaria la famiglia Hafner, pare proprio non esserci pace, essendo stato a più riprese, nel corso degli anni, al centro della cronaca e teatro di incidenti.

«Sapere che una delle poche aziende che ancora oggi reggono alla crisi e creano occupazione sul nostro territorio sia, di tanto in tanto, interssata da episodi del genere è qualcosa che ci addolora profondamente – ha sottolineao Laurora –. Cosa sia avvenuto esattamente lo sapremo solamente nelle prossime settimane dai report che ci saranno consegnati dalle autorità competenti. Il ripetersi di questi incidenti non può però non indurci a qualche doverosa riflessione».

«E’ vero – ha proseguito l’assessore – che il municipio, cedendo nell’estate di tre anni fa, la propria quota azionaria in seno a Mistral srl ha naturalmente cambiato la natura dei rapporti con la proprietà dell'inceneritore, ma è altrettanto vero che, se il Comune non può dettare legge in casa d’altri, deve almeno tutelare la salute dei propri cittadini, sia di quelli che all’interno dell’impianto lavorano sia di quelli che a Spilimbergo vivono».

Insomma, un chiaro invito alla proprietà di Mistral «a chiarire la propria posizione rispetto al ripetersi di questi episodi e, qualora fosse necessario – ha concluso Laurora –, a migliorare ulteriormente la sicurezza dell’impianto, una volta che l’attività dovesse tornare alla normalità, cosa che naturalmente ci auguriamo avvenga il più presto possibile».

Più drastico il pensiero del sindaco di Spilimbergo Renzo Francesconi, «pronto a chiudere l’impianto se non saranno rispettate tutte le garanzie possibili in materia di sicurezza».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto