Minaccia la società che non gli paga i servizi Professionista a giudizio

Lui era il professionista che non veniva pagato per le proprie competenze e che, già in precedenza, aveva dovuto insistere per essere messo nelle condizioni di ricostruire contabilità e buste paga...

Lui era il professionista che non veniva pagato per le proprie competenze e che, già in precedenza, aveva dovuto insistere per essere messo nelle condizioni di ricostruire contabilità e buste paga della committente, e l’altro il titolare di una società che, a furia di accumulare debiti - tributari e previdenziali -, era precipitata in uno stato d’insolvenza ai limiti del fallimento. Alla fine, la denuncia è partita dal secondo e a ritrovarsi nei guai con la giustizia per l’ipotesi di reato di tentata estorsione è stato il primo. E cioè l’ex commercialista Stefano Barei, 51 anni, di Udine - l’Ordine lo ha radiato nel 2015, a seguito della serie di procedimenti penali avviati nei suoi confronti -, qui chiamato a rispondere in qualità di legale rappresentante della società di elaborazione dati “Ucs Friuli srl”.

Ieri il gup del tribunale di Udine, Daniele Faleschini Barnaba, ne ha disposto il rinvio a giudizio. Considerata la totale divergenza di versioni della vicenda, anche alla luce della documentazione nel frattempo prodotta dalla difesa, il giudice ha indicato nel dibattimento la sede più idonea a fare chiarezza sul caso, fissando l’inizio del processo nell’udienza del prossimo 20 giugno. In aula, la pm Paola De Franceschi, titolare del fascicolo, si era espressa per il non luogo a procedere, ritenendo forse l’insussistenza del reato già provata dagli elementi portati dall’avvocato Paolo Viezzi.

Due le circostanze in cui Barei, nel marzo 2017, avrebbe minacciato il responsabile della società - una srl specializzata nei trasporti, che nel procedimento non si è costituito parte civile - da cui era stato incaricato sia della tenuta della contabilità e della redazione dei bilanci 2016 e 2017, sia di quella delle paghe dei dipendenti. Dapprima, prospettandogli il mancato deposito del bilancio, nel caso in cui non gli venisse pagato interamente il compenso concordato in 10 mila euro, malgrado il contratto ne prevedesse la rateizzazione fino al novembre 2017. E poi, balenando il medesimo comportamento con i cedolini delle busta paga, qualora non gli fossero consegnati i 3 mila euro pattuiti. —

L.D.F.

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