«Militari modello su cui poter contare»

Erano precisi e puntigliosi. Due compagni sui quali poter sempre contare. Anche in situazioni a rischio. Non a caso entrambi ricoprivano incarichi di responsabilità. Edi Puzzolo era un esperto di mezzi speciali movimento terra, Antonio Presicce invece faceva parte del nucleo bonifica del reggimento. E in qualità di capo artificiere è stato impegnato in diverse operazioni di sminamento e neutralizzazione di ordigni esplosivi. Entrambi avevano ricevuto riconoscimenti ed encomi. Presicce in particolare era apprezzato per il suo sangue freddo: aveva fatto brillare ordigni bellici in diverse parti d’Italia ed era stato impegnato anche all’estero (la missione Leonte in Libano nel 2006-2007, l’Antica Babilonia in Iraq nel 2004 e poi in Bosnia nel 2001) come custode di armi e munizioni prima e come capo artificiere poi. Sempre in prima linea.
Sia Presicce che Puzzolo erano insomma abituati a muoversi in situazioni al limite dove è necessario agire in sincronia e calcolare ogni mossa. Per questo alla caserma Berghinz di Udine ieri ancora non si capacitavano di quanto accaduto. Una tragedia apparentemente inspiegabile considerato che sia Puzzolo sia Presicce erano due sportivi, entrambi allenati. Puzzolo era anche arbitro di calcio e amava concedersi qualche escursione nelle montagne friulane. Una passione nella quale aveva coinvolto l’amico e collega Presicce. Originario di Lecce, Presicce amava soprattutto il mare, ma era uno sportivo a tutto tondo e col tempo si era innamorato anche delle montagne friulane. Grande appassionato di corsa (in caserma molti lo ricordano mentre percorreva instancabile tutto il perimetro della Berghinz) si teneva in forma facendo anche palestra e qualche giro in bici. «Era un vero atleta», assicurano i colleghi.
Ma nessuno dei due era spericolato: «Erano meticolosi e con la testa sulla spalle». Capire cosa sia successo e perchè i due si siano spinti in una zona così pericolosa fuori dal sentiero quindi è impossibile. Ma su una cosa i militari della Berghinz che con Presicce e Puzzolo hanno condiviso interi anni della loro vita, non hanno dubbi: se uno dei due si è trovato in difficoltà, l’altro di certo ha cercato in ogni modo di aiutarlo. Solo così alla brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli si sono spiegati quella doppia, terribile caduta. Un volo mortale di quasi 180 metri. Nemmeno di fronte al vuoto i due amici si sono divisi. Hanno cercato insieme di superare quell’ennesima sfida, ma non ce l’hanno fatta.
Antonio Presicce era nato a Nardò (Lecce) l’8 maggio 1967. La sua carriera militare comincia prestissimo con la scuola di Viterbo nel 1985, a soli 18 anni. Da lì Presicce si sposta a Piacenza per la specializzazione e nel 1987 viene assegnato al battaglione logistico di manovra di Mantova con sede a Remanzacco. Il suo arrivo in Friuli quindi risale a 25 anni fa. Nel 1996 Presicce passa al battaglione Pozzuolo di stanza a Tricesimo e ci resta fino al 2002 quando entra a far parte del terzo reggimento genio guastatori della brigata di cavalleria Pozzuolo che ha sede nella caserma Berghinz. Il primo maresciallo adesso era impegnato nell’ufficio logistico del reparto.
Il suo amico Edi Puzzolo invece era addetto all’ufficio amministrativo. Anche lui, nato a Udine il 5 ottobre 1965, ma residente da diversi anni a Majano, ha scelto giovanissimo la carriera militare. Nel 1984 ha prestato servizio al deposito territoriale di Roma e poi al battaglione logistico di Mantova con sede a Remanzacco. Dal 1986 al 1995 invece è stato assegnato a diversi battaglioni tutti di stanza a Villa Vicentina. Poi il trasferimento alla Berghinz dove era diventato “addetto di branca”.
Puzzolo e Presicce erano insomma due militari “modello”, «due esempi da seguire - ricordano gli amici - e non solo per i servizi prestati in divisa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto