Milionario con la truffa sulle auto di lusso ambiva anche al reddito di cittadinanza

È indagato con altre 17 persone per associazione a delinquere. Gli interrogatori davanti al gip e al pm di Udine

UDINE. Pensava di avere i requisiti per chiedere l’accesso al reddito di cittadinanza. Lui, che con la sua società aveva realizzato nei soli ultimi sei mesi vendite on line di auto per un valore di oltre 1,5 milioni di euro, aveva ritenuto d’integrare il reddito del proprio nucleo familiare, beneficiando del neonato sussidio statale.

L’inchiesta “Cars lifting” culminata la settimana scorsa nella notifica di cinque provvedimenti cautelari, compreso l’obbligo di dimora nel comune di residenza deciso proprio nei suoi confronti, glielo ha impedito. Costringendolo a rinunciare non soltanto alla prospettiva di vedersi riconosciuta una somma destinata ad aiutare chi, in Italia, il lavoro non lo ha, ma anche alle centinaia di migliaia di euro incamerate attraverso la maxi truffa ipotizzata dalla Procura di Udine ai danni dei propri clienti e, per questo, sottoposte a sequestro preventivo.

Walter Fois, 26 anni, di Roma, amministratore della “Car & Car srl” di Gruaro, si è presentato ieri davanti al gip del tribunale di Udine, Matteo Carlisi. Era assistito dall’avvocato Italo Montini, di Latina, lo stesso che difende suo padre Marco, 51 anni, di Anzio, agli arresti domiciliari nell’ambito della medesima indagine condotta dalla Guardia di finanza di Pordenone e dalla Polizia stradale di Udine.

Per loro, così come per il pordenonese Andrea Freccentese, 42, Fabrizio Bruno, 54, di Nettuno, entrambi in carcere a Roma, e Styefano Miozzi, 49, di Nettuno, sottoposto a obbligo di dimora, l’accusa formulata dal procuratore aggiunto Claudia Danelon è di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, per un totale di 835 ignari acquirenti sparsi in tutta la penisola e di 5 milioni 168 mila euro di Iva asseritamente evasa dal 2013 e il 2017, a fronte di un giro d’affari in “nero” calcolato in 30,5 milioni.

L’attività investigativa ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di 18 persone, impegnate a vario titolo nella vendita e immatricolazione fraudolenta di auto di lusso attraverso società con sedi legali fittizie, in Lazio e Sicilia, e siti internet specializzati.

Il giovane Fois, al timone di una società reclamizzata come “leader nella vendita di supercars”, sarebbe stato uno degli uomini chiave del sodalizio. Ma questo, stando a quanto emerso dagli accertamenti degli inquirenti, non gli avrebbe impedito di ambire anche all’assegnazione del reddito di cittadinanza. Pochi giorni prima del blitz, la domanda era già stata pianificata.

L’interrogatorio di garanzia, cui ieri ha preso parte lo stesso pm titolare del fascicolo (in cui si ipotizzano anche i reati di falso e occultamento di documenti contabili), è durato poche manciate di minuti. Sui contenuti delle sue dichiarazioni al giudice, così come sulle eventuali spiegazioni fornite da Miozzi, a sua volta convocato a Udine e assistito dall’avvocato Andrea Barbesin, di Aprilia, vige il “top secret” delle parti. Gli altri tre indagati colpiti da misura cautelare erano già stati sentiti nei giorni scorsi.

Intanto, continuano i sequestri delle Fiamme gialle, anche con l’ausilio di personale interforze del Centro di cooperazione internazionale di Thorl Maglern, di beni sparsi tra Germania, Austria e Slovenia, e gli accertamenti sugli oltre 20 conti correnti intestati agli indagati o alle loro società, da cui risultano “drenati” più di 4,5 milioni di euro, 2,7 dei quali con prelievi in contante.

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