Mezzavilla generale di Divisione

Incarico di prestigio per il generale Maurizio Detalmo Mezzavilla, di Gradisca di Sedegliano, che è stato promosso generale di Divisione nel corso di una cerimonia presieduta dal comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale Tullio Del Sette. La comunità sedeglianese e il sindaco Ivan Donati hanno appreso con soddisfazione la notizia rimbalzata su tutti i media nazionali.
Il Generale Mezzavilla ha frequentato l’Accademia Militare di Modena e la scuola ufficiali di Roma. Ha coronato il suo sogno coltivato sin dall’infanzia di diventare carabiniere. Una brillante carriera lo ha portato lontano dal suo paese natale, Gradisca, dove vive la mamma. Un legame con il suo Friuli che non si è mai interrotto e che si avverte al telefono con un accento nostrano mai contaminato. Un friulano, il generale, che nonostante il ruolo importante che ricopre mantiene semplicità e schiettezza. La lunga, e brillante carriera (38 anni nell’Arma) non gli hanno fatto dimenticare il suo Friuli al quale dal 2012 si era avvicinato per comandare la Legione “Veneto” con sede a Padova.
«Poi – racconta il generale Mezzavilla – ho assunto l’incarico di Comandante della Divisione Unità Mobili, a Tor di Quinto, a Roma».
Ci parla del suo nuovo impegno?
«Dalla Divisione dipendono la 1ª e 2ª Brigata carabinieri, dalle quali dipendono sette Reggimenti e sei Battaglioni, oltre al 4º Reggimento a Cavallo, il 1º Reggimento Paracadutisti “Tuscania”, il Centro di Addestramento e il Gruppo di Intervento Speciale (Gis). I compiti di tali reparti sono prevalentemente volti a sostenere i presidi territoriali dei carabinieri nell’azione di controllo del territorio in tutto il Paese, a concorrere ai servizi di ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive e di piazza, a fornire contributi alle missioni di pace all’estero; al riguardo, è particolarmente significativo l’addestramento svolto a favore delle forze di polizia in aree sensibili come la Libia, l’Afghanistan, la Somalia, l’Iraq».
Quali altri compiti?
«Un altro compito delicato è quello di garantire la sicurezza nelle ambasciate italiane ubicate in Paesi a rischio. Una nota a parte merita il Gis, unità speciale nota in tutto il mondo per l’elevato addestramento negli interventi ad elevato rischio, in particolare per le operazioni di liberazione di ostaggi. Si tratta quindi, di un incarico molto gratificante e di prestigio. Desidero evidenziare che la Linea Mobile, su input del Comandante generale, da ultimo ha costituito e addestrato un considerevole numero di Squadre operative di supporto (Sos), a disposizione dei presidi territoriali per garantire, nei maggiori capoluoghi di provincia, il primo intervento nell’ipotesi di eventi terroristici analoghi a quelli che di recente hanno funestato altre Capitali europee».
Le è dispiaciuto lasciare il Veneto?
«Anche se Roma è una delle più belle e affascinanti capitali del mondo, in Veneto ho lasciato un pezzetto del mio cuore così come negli altri tanti centri ove ho prestato servizio. Padova, senza dubbio prestigiosa città universitaria, è stata la mia sede di servizio più prossima al Friuli, vicina allo stile di vita friulano anche per le affinità culturali, storiche e del tessuto sociale. Il Friuli, comunque, è sempre nel mio cuore, in particolare Gradisca di Sedegliano, il “buen retiro” dove sono nato e cresciuto. Ovunque ho trovato collaboratori di valore e carabinieri straordinari, con molti dei quali sono ancora in contatto, e che mi hanno insegnato molto, sotto il profilo professionale ed umano. A tutti loro sono grato perché mi hanno sempre sostenuto, aiutato, consigliato ed ancora continuano a farlo presso questa Divisione».
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