Meteo, un’ondata di caldo anomalo: è l’estate di San Martino

Media di 20 gradi in tutta la regione. Il fenomeno dell’anticiclone e le previsioni per il ponte di Ognissanti 

Daniela Larocca
Spiaggia presa d'assalto a Grado: foto scattata il 1 novembre 2024
Spiaggia presa d'assalto a Grado: foto scattata il 1 novembre 2024

Se da un lato c’è chi si gode il sole, in spiaggia o in montagna, dall’altro c’è chi guarda con apprensione con il naso in sù, verso un cielo terso che ci catapulta indietro di qualche mese. Sì perché questo inizio novembre, dopo le piogge di settembre e ottobre, ci ricorda più l’estate che l’autunno. E ce lo conferma anche la colonnina di mercurio oltre i 20 gradi in città e poco più bassa in montagna

È il cambiamento climatico che stiracchia oltre ogni ragione di tempo “l’estate di San Martino”. Anche qui in Friuli Venezia Giulia si torna al mare. Le temperature alte di questi giorni hanno riportato turisti e cittadini a godersi il sole e la passeggiata lungo il bagnasciuga. Prese d’assalto, in occasione del ponte di Ognissanti, anche le località turistiche di montagna come Sappada, Forni, Tarvisio. Pienone in bar e ristoranti anche in città per chi ha scelto di non partire e di rimanere a casa.

Oltre la media

Come si vede dall’immagine qui in basso, ripresa dall’Arpa Osmer Fvg, le temperature attuali sono ben oltre la media. Nel 2004, uno degli anni più caldi del secolo in Friuli Venezia Giulia, si è registrato il picco più alto con 18.5° di temperatura media. Dato superato di gran lunga in questi giorni dove la temperatura media supera i 20 gradi in collina e in montagna e sfiora i 24 lungo la costa, con una minima che non va oltre i 9 gradi nelle giornate più fresche. 

E non sorprende dunque di vedere come in questo primo giorno di novembre a Udine la temperatura media sia oltre i 20 gradi, uguale a Pordenone e Gorizia. Leggermente più fresca Trieste che, complice la brezza del mare, si ferma sui 18.6 gradi registrati. Fa caldo anche a Grado e Lignano prese d’assalto da turisti e residenti per il ponte. Preoccupano le temperature in montagna dove sullo Zoncolan si registrano 14,5°, a Piancavallo 15,7°, sul Lussari e a Sappada la colonnina di mercurio supera i 13°. 

La più calda di tutte? Secondo le rilevazioni dell’Osmer è Cividale con una media di 22.2°. 

L’anticiclone

Ma perché sta succedendo tutto questo? Dopo l’ondata di maltempo di settembre e ottobre, in regione è arrivata una lunghissima fase di bel tempo che potrebbe rimanere stabile ben oltre la prima settimana di novembre. Secondo le previsioni, un robusto anticiclone si è stabilito sull’Europa centrale e meridionale, portando con sé un periodo di alta pressione e clima asciutto. Il fenomeno si protrarrà per molti giorni, chiudendo temporaneamente la stagione delle perturbazioni autunnali.

Le temperature tenderanno a rimanere sopra la media stagionale, in particolare in montagna, mentre nelle valli e pianure l’accumulo di umidità nei bassi strati limiterà l’aumento termico. Questo darà luogo a fenomeni di inversione termica, con temperature più basse nei bassi strati rispetto alle zone più elevate. La massa d’aria di origine sub-tropicale, che avrebbe portato temperature notevolmente più elevate in estate, in autunno favorirà solo un leggero rialzo, limitato proprio dal ristagno di umidità.

Secondo quanto riportato da 3B Meteo, il fronte polare, che finora è rimasto a latitudini piuttosto basse, ha favorito un periodo di maltempo duraturo tra Europa occidentale e Mediterraneo. Tuttavia, con il nuovo anticiclone, questo fronte si sposterà più a nord, lasciando spazio a condizioni stabili su gran parte dell’Europa. Inoltre, è previsto che il jet stream, la corrente d’aria ad alta quota che influenza il clima, si intensificherà, contribuendo a consolidare la posizione dell’anticiclone, che nei primi giorni di novembre avrà il suo centro sulla Gran Bretagna. Questo sistema devierà le perturbazioni atlantiche verso nord-est, in direzione della penisola scandinava, per poi farle scendere verso i Balcani e il Mar Nero, tenendo così l’Italia al riparo da ondate di maltempo.

Si torna in spiaggia anche a Lignano
Si torna in spiaggia anche a Lignano

Turisti a Sappada
Turisti a Sappada

Le previsioni meteo

L'anticiclone presente sulll'Europa centro-settentrionale garantirà tempo stabile anche sulla regione per diversi giorni. Nei bassi strati fra venerdì sera e sabato mattina ristagnerà maggiore umidità, mentre fra sabato e domenica affluiranno correnti da est-nordest più fresche e secche. Nel dettaglio le previsioni dell’Osmer: 

  • Venerdì 1 novembre. Cielo sereno o poco nuvoloso per possibili velature. In serata e nella notte possibile formazione di foschie o nebbie sulla bassa pianura, specie nel Pordenonese.
  • Sabato 2 novembre. Nella notte e al mattino possibile presenza di foschie o nebbie sulla bassa pianura, specie nel Pordenonese. In giornata cielo in prevalenza sereno su tutte le zone; dal pomeriggio-sera inizierà a soffiare Bora moderata sulla costa e sulle zone orientali, anche sostenuta poi nella notte a Trieste.
  • Domenica 3 novembre. Cielo sereno o poco nuvoloso per possibili velature; sul Tarvisiano probabile presenza di nubi basse, specie al mattino. Sulla costa e sulle zone orientali soffierà Bora moderata, con raffiche anche sostenute a Trieste, specie durante la notte e al mattino.

Caldo e alluvioni sono collegate

La domanda sorge spontanea: questo caldo anomalo avrà conseguenze in futuro? In tv scorrono le immagini delle auto accatastate e del fango da Valencia e si ascoltano i racconti da brivido dei sopravvissuti. Potrebbe accadere anche qui? L’abbiamo chiesto Luca Mercalli, climatologo noto al pubblico soprattutto per le sue apparizioni televisive a Che tempo che fa, è convinto che sebbene il Nord Est – così come tutta l’area del Mediterraneo – sia esposto al rischio alluvioni, che saranno sempre più frequenti man mano che il cambiamento climatico diventa più impattante, è possibile arrivare all’obiettivo che questi eventi estremi non causino più vittime.

«Oggi è il 31 ottobre, cinquant’anni fa c’era la brina, ora siamo in maniche corte... Le estati sempre più calde e lunghe fanno accumulare tutto il calore nel mare, che poi ci restituisce questa energia con gli interessi nel caso delle alluvioni. L’acqua marina che evapora maggiormente causa queste piogge estreme. Il futuro vedrà ulteriori aumenti della temperatura e quindi degli eventi estremi. Però qui abbiamo una scelta: se diminuiamo le emissioni globali possiamo fermare l’aumento, se invece lasciamo correre le emissioni mondiali, anche la temperatura seguirà, con aumenti da 4-5 gradi a fine secolo. Ma i rischi non riguardano solo i fenomeni estremi...».

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