Maxitruffa del fotovoltaico Ricorsi contro la stangata

I difensori degli imputati condannati annunciano che faranno appello Intanto non è ancora stato accertato dove siano finiti i 3,5 milioni “spariti”
Di Bruno Oliveti

Continua a far discutere nell’ambiente giudiziario la stangata – 27 anni e mezzo di reclusione complessivamente inflitti ai cinque imputati, a fronte dei 24 chiesti dal pm Federico Facchin – relativa alla maxitruffa del fotovoltaico. Condanne pesanti: 10 anni e 8 mesi a Marco Polino, 9 anni e 9 mesi a Massimiliano Straziuso, 2 anni e 7 mesi a Morris Pessotto, 2 anni a Massimo Tomasella, 2 anni e 6 mesi a Raffaella Parisi. Ciò che non è stato ancora accertato è dove siano finiti i 3,5 milioni di euro oggetto della truffa secondo la Procura, che Polino, «capo effettivo e promotore dell’associazione a delinquere», ha sostenuto essere depositati in un conto svizzero.

«Una sentenza pesante – ha commentato Esmeralda Di Risio, avvocato difensore di Straziuso, riferendosi in particolare alla pena comminata al suo assistito – che rispetto anche se non condivido. E’ stata una sentenza “di pancia”, per la quale attendo le motivazioni, che magari mi sconfesseranno. Ma mi pare sproporzionata rispetto al ruolo di Straziuso in questa vicenda. Credo che i grande clamore suscitato da questo caso abbia un po’ influenzato il collegio giudicante, è ovvio che proporremo un cospicuo ricorso in appello».

Pronto ad affrontare un processo di secondo grado anche Paolo Luisa Vissat, avvocato difensore di Raffaella Parisi, condannata per bancarotta documentale e distrattiva. «Ruolo marginale – ha attaccato il legale – quello rivestito dalla mia assistita, che risultava amministratrice di diritto della Friulnova al momento del fallimento, ma che non lo era di fatto e che non ha partecipato ad alcuna trattativa ed era inconsapevole della situazione, dei rischi e delle conseguenze. Ricorreremo in appello con l’obiettivo quantomeno di scendere sotto i due anni di reclusione, per poter così beneficiare, da parte di una donna incensurata, della sospensione condizionale della pena».

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