Maturità a Udine, Isocrate sulla «pace» spiazza gli stelliniani

UDINE. Isocrate per la versione dal greco, funzioni e integrali allo scientifico, Meuccio Ruini e la scuola per il Liceo delle Scienze umane indirizzo economico-sociale. Sono alcune delle seconde prove, di ieri, proposte agli studenti nel secondo atto della maturità 2016.
Dopo la prova di italiano, uguale per tutti, l’esame è proseguito con la prova specifica per ogni indirizzo. Anche giovedì gli studenti hanno preso d’assalto la rete e l’hashtag #secondaprova è diventato trending topic su Twitter.
«Abbiamo fornito spunti di riflessione interessanti ai nostri ragazzi, rifacendoci sempre al filone dei valori o assegnando, nel caso di prove più tecniche, temi molto vicini alla realtà quotidiana, con un approccio operativo che aiuta gli studenti a capire il valore pratico di ciò che studiano, la centralità che potranno avere le competenze acquisite a scuola anche nella loro professione o vita futura», ha affermato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.
Ma Isocrate non è stato “digerito” da tutti. L’ultima volta era uscito nel 1925 e nel 1958 e per molti, A Udine, è stato una vera sorpresa al liceo classico Jacopo Stellini.
Il nome del retore ateniese è giunto assolutamente inaspettato per gli studenti, spargendo sconforto, rassegnazione e un pizzico di delusione. Tutti gli intervistati, infatti, sono stati concordi nel sottolineare la complessità della versione, parte della quale risiedeva anche nella lunghezza di quest’ultima: ben sedici righe e mezzo che hanno fatto faticare non poco i ragazzi.
Per la versione di greco gli studenti avevano a disposizione soltanto quattro ore, durante le quali, però, sono emerse la preparazione maturata nel quinquennio o le lacune accumulate in cinque anni. Aghite, Sofia e Sara sottolineano come «il radicale cambiamento che caratterizza il passaggio al triennio, dove il lavoro di traduzione è progressivamente ridotto, talvolta anche drasticamente, si faccia sentire poi durante il secondo scritto, penalizzando chi non ha provveduto spontaneamente, su consiglio dei professori, ad allenare la tecnica di traduzione».
Federico, invece, si mostra fiero e ottimista «per aver superato la prova con oggetto una materia così ostica», affermando, infine, «che non toccherà più un dizionario di greco».
Lo stesso senso di rassegnazione serpeggiava, ieri, tra i maturandi del liceo Copernico dove intorno all’una e mezza avevano terminato la prova, della durata complessiva di sei ore, appena qualche decina di studenti. In generale i quesiti di matematica sono stati valutati «impegnativi, ma affrontabili a differenza del problema, complesso e arduo».
Rispetto all’anno scorso la seconda prova è stata percepita come più difficile. Jan ha apprezzato il secondo problema proposto, giudicando «possibile il raggiungimento del voto di 10/15».
Gli altri intervistati, però, non presentavano lo stesso ottimismo. In entrambi gli istituti ora è tempo di toto-materie per la terza prova: i maturandi dei due licei danno per certo l'inserimento di inglese e scienze.
Ciò che accomuna le testimonianze dei ragazzi di classico e scientifico è un clima sereno, propositivo e quasi scherzoso che si respira nei corridoi dove hanno luogo fisicamente le prove.
I docenti interni forniscono supporto e incoraggiamenti, i commissari esterni hanno subito conquistato le simpatie degli studenti con brevi chiacchierate e qualche risata. Sembra che durante la maturità 2016 ansia, nervosismo e insonnia siano stati temporaneamente domati.
La conferma ci arriva da Fabio, stelliniano, il quale è convito che «affrontare le prove con serenità giovi alla concentrazione e alla prestazione finale per il raggiungimento di un buon risultato».
Tant'è che la classe dello Stellini intervistata si è data appuntamento in centro per supportare la nazionale. Che questa capacità di gestione delle emozioni da esame sia già di per sé una dimostrazione di maturità?
©RIPRODUZIONE RISERVATA
LEGGI E COMMENTA
SUL SITO
www.messaggeroveneto.it
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto