Marito e moglie positivi al Covid19, la loro denuncia: «Il mio socio è in ospedale e nessuno mi ha tracciato»

PORDENONE. «Mia moglie e io abbiamo scoperto di essere positivi al coronavirus e asintomatici giovedì 8 ottobre, dopo esserci sottoposti, insieme a tutta la mia famiglia, a un tampone molecolare a pagamento. Fatta eccezione per una telefonata sabato scorso, con la quale è stato fissato un tampone per due nostri congiunti martedì 13, di cui non c’è ancora l’esito, non abbiamo più ricevuto indicazioni. Siamo lasciati a noi stessi». A parlare è l’avvocato Andrea Poletto, anche a nome della moglie Eleonora Lutterotti. «Voglio fare una denuncia sociale, ma nei confronti del sistema che non sta tutelando né gli ammalati né gli operatori della sanità, ai quali siamo solidali: all’Asfo si trovano a fronteggiare in pochi anche mille segnalazioni al giorno in provincia».
SULL'ARGOMENTO, PER APPROFONDIRE
«Alla faccia dei negazionisti, il mio socio milanese di 51 anni – rivela Poletto – è finito in ospedale lunedì scorso a seguito di crisi respiratorie e ora è in ventilazione forzata: con il coronavirus non si scherza. Ho saputo del ricovero solo martedì pomeriggio, ma non sono stato avvisato dall’azienda sanitaria milanese, che avrebbe dovuto tracciarmi come contatto del mio socio. Nessuno di noi è stato allertato. Ero in dubbio su come comportarmi: rimanere a Milano o tornare a Pordenone? Abbiamo prenotato il tampone a pagamento, ce lo hanno fissato giovedì: mia moglie, io e una dipendente siamo risultati positivi, gli altri familiari no. Subito abbiamo chiamato il medico di base e ci siamo messi in isolamento a casa, in attesa che ci chiamasse l’azienda sanitaria. Sabato scorso mi hanno intervistato per individuare tutte le persone incontrate a partire da due giorni prima dei sintomi: dieci giorni fa ho avuto mal di schiena, tosse e raffreddore. Avevo probabilmente già contratto il covid19, ma senza saperlo».
Il legale racconta di aver subito chiuso entrambi i suoi studi professionali (a Pordenone e a Milano), mettendo tutti in quarantena preventiva, e di aver avvisato da solo tutti i clienti. Poletto evidenzia fra le falle riscontrate nella sua esperienza, oltre al ritardo nel tracciamento dei contagi, l’assenza di indicazioni e il malfunzionamento dell’app Immuni: «L’ho scaricata diligentemente, avendo lo studio a Milano, ma sto ancora aspettando che l’operatore segnali il mio codice, come dovrebbe avvenire in caso di contagio. Il virus sta circolando e i casi si moltiplicano, se a livello nazionale pensiamo di gestire una pandemia in questo modo, rischiamo un nuovo lockdown».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto