Mare Nostrum non paga la Casa dell’Immacolata

Da luglio 25 ragazzi stranieri sono ospiti della struttura, ma per loro non è ancora stata saldata la retta
Udine 08 dicembre 2011 festa immacolata Copyright PFP/Turco
Udine 08 dicembre 2011 festa immacolata Copyright PFP/Turco

UDINE. Forse, come hanno dimostrato con la protesta inscenata lunedì, gli ospiti della Casa dell’Immacolata non apprezzano la cucina locale, ma c’è da dire che 25 di loro sono lì da sei mesi senza che la Fondazione abbia percepito alcunchè.

È non è poca cosa visto che sono arrivati a luglio con l’operazione Mare Nostrum, si trattava di minorenni provenienti da Mali, Gambia, ed Egitto. Stando ai termini della convenzione proposta alla Casa dell’Immacolata, per ospitare quei ragazzi era stata pattuita una retta giornaliera di 45 euro pro capite.

«Ma di fatto – ammette don Gianni Arduini – non abbiamo ricevuto alcunchè e così non è facile far tornare i conti». Fra i compiti di cui la Fondazione si occupa non c’è solo il vitto e dell’alloggio, ma anche il servizio di lavanderia, la fornitura del vestiario la cure mediche e la formazione.

«Attualmente – fa il punto don Gianni – la nostra struttura ospita una settantina di ragazzi extracomunitari, fra questi ce ne sono alcuni provenienti dall’Afghanistan, dal Bangladesh, ma anche dall’Albania e dal Kosovo. «Le convenzioni – spiega don Gianni – di volta in volta vengono fatte attraverso il Comune e la Prefettura di norma prevedono una retta giornaliera di 80 euro per ciascuno dei ragazzi».

Per l’operazione Mare Nostrum la Fondazione aveva pattuito un importo inferiore, vista l’eccezionalità della situazione.

«È evidente - osserva don Gianni – che questi mancati introiti a fronte delle spese che quotidianamente dobbiamo sostenere rendono difficile la nostra attività. Tiriamo avanti con le rette pagate per gli altri ragazzi, ma dobbiamo fare anche i conti con il mutuo che abbiamno contratto per poter realizzare la casa per adulti alcolisti, una ventina, che vengono inseriti nella nostra cooperativa “Nascente” all’interno della quale possono lavorare e intraprendere un processo di recupero.

Per questo dalla Casa dell’Immacolata parte un appello alla solidarietà in memoria di don Emilio de Roja. È attraverso le donazioni, e il versamento del 5 per mille, sottolinea don Gianni, che la popolazione può dare un concreto aiuto alla Fondazione. Il problema è stato sollevato martedì in occasione della cerimonia che si è tenuta in aula magna nell’ambito della celebrazione organizzata in occasione del 23esimo anniversario della scomparsa di don De Roja.

L’immagine di don Emilio de Roja, prete che ha dedicato la sua vita alla solidarietà, è stata rievocata nel corso della celebrazione. Nato a Klagenfurt il 28 febbraio 1919, a partire dal 1929 frequentò il Seminario arcivescovile di Udine a Castellerio.

Nel 1941 fu ordinato sacerdote nella Pieve di Madonna di Buja. Nel 1952 fondò “Casa dell’Immacolata”, della quale rimase presidente fino al 3 febbraio 1992, giorno della sua scomparsa, per raccogliere ragazzi con gravi problematiche personali e familiari.

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