«Marcia indietro della Regione dopo l’attacco del medico»

Il caso: gli esami urgenti restano negli ospedali periferici? Le perplessità di Alfio Englaro, dottore che difende Agostinis

TOLMEZZO. Sulla riforma sanitaria l’impressione di diversi medici è che ora si stia facendo marcia indietro sugli esami urgenti di laboratorio, compresi quelli di microbiologia, che resteranno negli ospedali periferici. Alfio Englaro, medico internista, fino al 2012 collega di reparto del dottor Paolo Agostinis, leggendo la risposta dell’Ass 3 alle considerazioni di Agostinis, spiega di avere questa personale sensazione, poiché in essa si legge che tutti gli esami con caratteristiche di urgenza, compresi quelli di microbiologia, saranno «effettuati nei laboratori degli ospedali di rete».

Englaro concorda con le perplessità che aveva espresso Agostinis sul destino dei servizi di microbiologia e analisi negli ospedali periferici con la riforma: sbagliato fare altrove certi esami. «L’obiezione tecnica era giustissima. Tutti i medici che ho contattato condividono le sue obiezioni», dice Englaro, che ora è molto preoccupato che Agostinis lasci l’ospedale carnico.

«Già troppi bravissimi medici sono stati lasciati andare via», denuncia, ricordando Piero Baglioni (oggi primario in Inghilterra), Renato Della Vedova (punta di diamante in una clinica privata di Pordenone), Roberto Coppetti (primario dell’Area di emergenza di Latisana), Vittorio Giacomarra (primario di Otorinolaringoiatria a Pordenone) e Piero Brosolo (primario gastroenterologo a Pordenone). «L’ospedale di Tolmezzo si sta depauperando delle migliori professionalità tra il disinteressato silenzio di politici e politicanti, sindaci e assessori. Se dovesse partirsene anche il dottor Agostinis, per la Medicina di Tolmezzo, per l’ospedale e per la Carnia sarebbe una gravissima inescusabile insostituibile perdita».

Englaro, ora in pensione, ha lavorato nel reparto di Medicina dal 1977 al 2012. Conosce Agostinis da quando era studente di Medicina a Padova e andava in ospedale per imparare a usare l’ecografia. Conosce tutto di lui: il carattere, la preparazione scientifica, la dedizione al lavoro quotidiano, la preparazione tecnica, la sua profonda vera umanità. «Ho lavorato con lui negli ultimi 10 anni della mia carriera e posso dire – afferma- con assoluta sincerità e orgoglio che sono stato fortunato ad avere collaborato con lui in tantissime situazioni diagnostiche e terapeutiche»

Agostinis fa anche il medico volontario in America Latina e in Africa, ricavando tali periodi sempre dalle sue ferie e non ha mai svolto libera attività professionale. «Posso affermare con assoluta certezza – dice – che è il migliore internista della nostra provincia, il più preparato, il più versatile, il più completo, il più capace di giungere a diagnosi in autonomia. Nessun internista fa oggi ciò che fa Agostinis a Tolmezzo. Ora se ha espresso considerazioni personali su una riforma sanitaria “da tavolino”, credo sia un suo sacrosanto diritto e dovere. Egli è un cittadino italiano che lavora e paga le tasse: potrà dire la sua su una problematica (nervo scoperto) che egli conosce perfettamente, assai più e più in profondità di assessori e presidenti, di tecnici da tavolino e aggregati? Una problematica che avrà ricadute reali non solo sui medici ospedalieri ma soprattutto sui pazienti e anche, si badi bene, sugli stessi politici locali, pure loro soggetti a malattie. O è forse un reato di lesa maestà osare dire ciò che fondatamente si pensa?». Englaro si associa alla proposta del poeta Cappello di attribuirgli una onorificenza. Anzi aggiunge: «Tra 2-3 anni l’attuale primario di Medicina dovrà andare in pensione per raggiunti limiti di età.  Agostinis sarebbe il degnissimo ideale successore. E qui invece si vorrebbe punirlo con provvedimento disciplinare e magari farlo andare via. Kafkiano!». Englaro spera davvero che, in un gesto di comprensibile orgoglio carnico, non mandi tutti a quel paese e se ne vada per sempre in Africa.

Tanja Ariis

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