Marchetti e la fidanzata assunta: abuso d’ufficio, il pm chiede un anno

Il sindaco accusato di averla favorita per un posto all’Aussa Corno come ex vicepresidente della Provincia. La difesa: «Mai fatte pressioni». Imputati anche l’ex presidente del Consorzio, Strisino, e il direttore Serena
ANTEPRIMA Udine 30 Marzo 2007 conferenza stampa rifiuti
ANTEPRIMA Udine 30 Marzo 2007 conferenza stampa rifiuti

CODROIPO. «Per me era un momento delicato: confidavo nella mia rielezione alla presidenza del Consorzio Aussa Corno e Stefano Della Pietra (allora consigliere provinciale del Pdl, ndr) mi aveva detto che poteva aiutarmi. Così, quando mi chiese di specificare chi fosse il proponente di una delle sei persone assunte alla Ziac, indicai nella scheda il nome di Fabio Marchetti, e, subito dopo, inviai quella lettera di risposta a tutti i consiglieri presenti nell’indirizzario. Fu un errore. Ma nella vita si sbaglia tante volte».

Cesare Strisino, che dal 2011 non siede più al vertice del Consorzio, lo ha raccontato, in aula, davanti al tribunale collegiale di Udine che dovrà decidere se sia responsabile o no, in concorso con lo stesso Marchetti, attuale sindaco di Codroipo, e con il direttore del Consorzio, Marzio Serena, di abuso d’ufficio in relazione alla trasformazione da tempo determinato a indeterminato del contratto di colei che, già allora, era la fidanzata di Marchetti.

Il caso era scoppiato nel 2011, proprio a seguito di un esposto che Della Picca aveva presentato in Procura. Ed è stato proprio il nome dell’ex consigliere di centrodestra il più ripetuto nelle oltre quattro ore di processo - tra esame degli imputati e discussione -, concluse in serata con la richiesta del procuratore facente funzioni, Raffaele Tito, di condanna a un anno di reclusione per tutti.

«È stata una trama ordita da Della Picca per danneggiare Marchetti», ha affermato l’avvocato Caterina Belletti, che con il collega Riccardo Cattarini difende il sindaco di Codroipo. «Lo conosco dal 2008 e i nostri rapporti erano pessimi, perchè è una persona maleducata – ha detto Marchetti del suo ex collega di coalizione – e una volta lo ripresi in aula con una mozione d’ordine».

Fu lui a chiedere a Strisino ragguagli sul personale in forza all’Aussa Corno. Era il 28 luglio 2011. «Ormai, tutti sapevano che Marchetti aveva quella relazione – ha spiegato l’ex presidente – e mi sembrava di non nascondere le cose, aggiungendo quei particoli sulla mail».

Sulla scheda della donna comparve allora la “prova” che Della Pietra cercava: il “proponente” era stato indicato in “Fabio Marchetti” e alla successiva voce “parentela con personale della Provincia” Strisino aveva annotato “risulterebbe legata sentimentalmente all’ex vicepresidente della Provincia”. «Lo scrissi perchè pensavo che Della Pietra potesse darmi una mano a essere rieletto – ha aggiunto Strisino –, ma oggi non lo rifarei».

Di fronte a quella lettera, Serena cadde dalle nuvole. Nè sua fu la firma in calce alla delibera di assunzione. «La proposta di Strisino fu accolta all’unanimità dal Cda – ha detto il direttore –. Ci serviva un’ulteriore figura amministrativa per attività di caratterizzazione e la Regione ci aveva dato le risorse. Avevamo lei in scadenza di contratto e l’abbiamo tenuta».

Nessuna pressione, quindi: nè da parte di Marchetti su Strisino e neppure da questi su Serena. Sul punto, gli imputati sono stati categorici. Così come granitico è stato il castello accusatorio del pm. «È mancata trasparenza – ha detto – e dell’assunzione non è stata data evidenza neppure sul sito del Consorzio. Altrove, in Italia, non funziona così e le work experience (da cui la donna arrivava, ndr), per loro natura, non sono l’anticamera del lavoro».

Per essere ancora più convincente, Tito ha prodotto un dossier con numerosi esempi di concorsi pubblici banditi da Consorzi analoghi a quello della Bassa Friulana.

«Questo è un ente pubblico economico e, in quanto tale, ha regole diverse dalla Pubblica amministrazione anche sulla selezione del personale – hanno obiettato gli avvocati Luca Ponti, difensore di Strisino, e Roberto Scolz, suo codifensore per Serena –. La selezione, con tutte le evidenze pubbliche, comunque, era già stata fatta per la work experience». Sentenza il 9 giugno.

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