Mamma di 51 anni si offre volontaria per testare il vaccino anti-Covid: "L'ho fatto per mia figlia"

La donna lunedì inizierà il protocollo a Verona. «La mia piccola mi ha detto: mi curo grazie a chi si è offerto anni fa»

TREVISO. «Mi sono offerta volontaria pensando alla malattia e alle parole di mia figlia». Miriam Fadelli, 51 anni, originaria di Zoppè di San Vendemiano è una tra le persone scelte tra le migliaia che hanno risposto all’appello per la sperimentazione del vaccino “Made in Italy” sul Covid. In cinquemila avevano dato disponibilità ad essere testati. A fine agosto sono stati avviati i test allo Spallanzani di Roma e lunedì 7 settembre inizierà all’ospedale Borgo Roma di Verona. A testare il virus che potrebbe salvare tutti ci saranno lei e altri 89 volontari. Miriam lavora come educatrice in un centro di cura per la disabilità dell’Ulss 2 ad Oderzo e vive a San Donà di Piave. Riflettere sulla maturità e alla consapevolezza della figlia Margherita, a cui a soli 15 anni era stato diagnosticato il Linfoma di Hodgking, un tumore al sistema linfatico, l'ha fatta convincere. A raccontare la storia è la tribuna di Treviso.
Perchè ha deciso di offrirli volontaria per la somministrazione del vaccino?

«Ho pensato a mia figlia Margherita, due anni fa si era ammalata del Linfoma di Hodking, è stato un periodo duro della nostra vita. Adesso sta bene. A metà del percorso di cura ci hanno chiesto la disponibilità a partecipare per una terapia più sperimentale. Quando si tratta dei figli c’è sempre il timore, ma c’era stata una frase di Margherita che mi porto ancora cara adesso e ricorderò per sempre: “Se qualcuno anni fa non si fosse reso disponibile a sperimentare le cure che sto facendo, forse non potrei guarire. Sarò felice di dare una mano alla medicina per aiutare altri».

Come si è offerta?
«Quelle parole mi sono rimaste nel cuore e già quando era scoppiata la pandemia Covid era nata l’idea di offrirmi volontaria per testare il vaccino. Ho cercato su Google come presentare domanda per i test, sono stata contatta dallo Spallanzani e quindi dal centro di ricerca di Verona».

C’è più preoccupazione a sottoporsi ai test o predomina la speranza di essere utili alla ricerca?
«Allo Spallanzani sono già partiti la scorsa settimana e mi rincuora sapere che stanno tutti bene (sorride, ndr). Io mi ero resa disponibile a partecipare a sperimentazioni anche per altre cure, in un primo momento mi era stato riferito che probabilmente erano già coperti per la sperimentazione del vaccino sul Covid. Poi invece sono stata chiamata e due settimane ho fatto esami e visite. Mi hanno detto che ero idonea e così lunedì tornerò a Verona per l’inoculazione del vaccino. L’unico rischio è eventualmente quello di una reazione allergica, ma sono tranquilla con i medici. Dovrò poi ritornare altre otto volte per le verifiche, diverse volte ravvicinate e poi con cadenza mensile, fino a febbraio».

In questi mesi continuerà con la sua vita consueta?
«Dovrò tenere un diario in cui annotare se ho sensazioni cose particolari. Ovviamente non siamo coperti al virus e mi è stato raccomandato di mantenere le consuete precauzioni, da distanziamento a mascherina. La cosa principale a cui tenevo è che nessuno delle persone a me vicine potrà avere rischi. Sono educatrice in un centro per persone disabili...»,

Come ha vissuto il periodo del lockdown?
«Il centro è rimasto chiuso per mesi. Io per due mesi ho svolto il servizio di sorveglianza attiva contattando le persone in quarantena. Sentendo molti anziani a casa da sole che avevano bisogno di una parola di conforto, mi ha fatto capire ancor di più che serviva intervenire, mettersi a disposizione».

Qual è il messaggio a chi non crede nei vaccini?
«Io rispetto le idee di tutti e ognuno in democrazia può pensare ciò che vuole. Chi si permette di non vaccinare i figli è perché tanti altri li hanno invece vaccinati. Io purtroppo nella mia professione ho visto ad esempio gli effetti del morbillo, e cosa avrebbe potuto evitare un vaccino. Non c’è l’ho con i genitori, ma con chi fa credere e mette in giro delle bufale. Io da sempre sostengo la ricerca scientifica, sono una “Sì vax”».

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